PADOVA – Merita la cittadinanza italiana Fouad Bamaarouf, il marocchino residente a Monselice, in provincia di Padova, che denunciò il fratello minore Adil perché aveva manifestato allarmanti simpatie per l’Isis. L’insospettabile assist viene dalla Lega Nord, il partito di Matteo Salvini che della campagna anti-immigrati ha fatto il suo baluardo. In assoluta controtendenza il segretario del Carroccio padovano, Andrea Ostellari, ha annunciato di voler portare all’attenzione del presidente della Repubblica il caso di Fouad, affinché gli venga concessa la cittadinanza italiana.
“La vicenda del marocchino Fouad – sostiene Ostellari – la dice lunga su come funzionano le cose in questo Paese. Dopo 16 anni di lavoro in Italia, Fouad rischia di perdere la catapecchia in cui vive e finire per strada. La sua colpa? Avere avuto il coraggio di denunciare alle autorità suo fratello: un simpatizzante dei tagliagole dell’Isis, che aveva minacciato di far esplodere Roma e, per questo, proprio grazie all’intervento di Fouad, è stato espulso dall’Italia”.
“Peccato che ora l’Italia – rileva il leghista – non faccia niente per chi ha collaborato alla sicurezza di tutti noi, senza guardare in faccia ai legami di parentela. Invece di incentivare questo tipo di comportamenti, come è successo troppe volte anche con i collaboratori di giustizia o peggio i testimoni di mafia, lo Stato si è dimenticato di Fouad. Per non parlare della comunità islamica locale, che, se fosse confermato quanto emerso dalla stampa locale, appare essere governata da un sentimento di paura e omertà, simile a quello che si respirava in certi ambienti soggiogati dalla mafia”.
A dicembre scorso il fratello di Fouad è stato espulso dall’Italia. Il marocchino credeva di aver fatto la cosa giusta “per Adil e per l’Italia” perché suo fratello diceva di voler “far esplodere Roma“. Ma oggi a Monselice Fouad si sente emarginato e solo: tutta la sua comunità sembra avergli voltato le spalle. Il quarantaduenne, dottore in Legge in Marocco e operaio a Monselice, esce di casa “solo per andare al lavoro e per fare la spesa… mi sto chiedendo se ho sbagliato a dire quelle cose ai carabinieri”, ha detto al Corriere della Sera.
Dopo aver consegnato il fratello alle autorità Fouad ha dovuto pagare l’avvocato del Marocco di Adil “per farlo uscire dal carcere e sono rimasto senza soldi. Anche perché a lui, che è stato licenziato, hanno bloccato tutto in Italia: liquidazione, 5 mila euro, e conto corrente, 4 mila. È la legge sul terrorismo, pensano che i soldi servano ai suoi progetti. Adil però non aveva fatto nulla di concreto, nessun piano, era solo un po’ infelice e si faceva incantare da quei video di combattenti dell’Isis”.
Quei soldi sarebbero già una soluzione per Fouad: “Se non li danno a lui li potrebbero dare a mia madre che è malata e ne ha bisogno per le cure. Le sto pagando io e non è facile: ho uno stipendio basso, 400 euro mi servono per l’affitto, 300 per la famiglia in Marocco…”.
“Scriverò a Mattarella, presidente della Repubblica – conclude Ostellari – Gli chiederò di interessarsi perché Fouad abbia la cittadinanza italiana. Auspico che il Governo nazionale si adoperi per tutelare, con leggi speciali e davvero efficaci, chi collabora per stanare i terroristi che si nascondono nei nostri paesi e punisca le comunità che isolano gli eroi come Fouad”.