Di Pietro contro il giudice Napolitano:”Sconcertato dalla sua sfacciataggine”

Antonio Di Pietro

Il presidente dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro replica con asprezza al giudice della Consulta Paolo Maria Napolitano che aveva richiesto l’introduzione del voto palese nella Corte per favorire il diritto di dissenso dei giudici costituzionali.

Sul suo blog Di Pietro attacca il magistrato senza mezzi termini:  «Signor Napolitano, lei che ha messo il suo voto in chiaro molti mesi prima di quel 7 ottobre con una cena, di cosa si preoccupa? La sua richiesta somiglia più ad un bieco stratagemma per intimidire i suoi colleghi al prossimo giudizio su una leggina canaglia o per mandare un messaggio di distensione a chi si è sentito da lei tradito!».

«Non sono contrario al voto in chiaro – spiega Di Pietro – anzi, grazie all’anonimato, in Parlamento si nascondono molte mele marce che tradiscono, ogni giorno, il proprio elettorato. Sono però sconcertato dalla sua sfacciataggine poichè lei dovrebbe ritenersi garante delle istituzioni e, invece, trasforma in tifoseria rossa e nera un organo super partes come la Corte Costituzionale».

«La Consulta – prosegue il presidente dell’Idv – è un organo profondamente diverso dal Parlamento ma lei lo ignora, così come lo ignora un Ghedini che confonde il Parlamento con un tribunale. Della Consulta interessa il giudizio d’insieme , le argomentazioni sulla costituzionalità o meno di una legge, e non ‘la spunta’ di chi ha detto sì o no . Dopo di che, se uscendo da una Camera di consiglio, le rassicurazioni offerte a chissà chi non quadrano, questo esula dall’interesse pubblico. Forse lei, giudice Napolitano, vorrebbe non trovarsi nell’ambigua posizione del “traditore del padrone” ora che il Silvio furente ha avviato una caccia alle streghe dopo la bocciatura del lodo? Ma questi son fatti suoi. Da parte mia ritengo che quando si fanno certi mestieri sarebbe meglio ricoprirli per merito più che per riconoscenza verso terzi.

«Signor Napolitano- conclude Di Pietro – lei ha avvilito, con una cena carbonara, la dignità dei suoi colleghi e, oggi, dimostra tutta la sua inadeguatezza e parzialità , qualità altamente imbarazzanti per la carica che ricopre. Più che il voto in chiaro io istituirei il divieto tra giudici e giudicati di ‘far melina’ in pieno conflitto d’interessi, pena l’espulsione dalla Consulta : che ne pensate, lei ed il suo commensale Mazzella, di questa alternativa?».

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Emiliano Condò