Idv, d’Arcais e Pardi contro la gestione “familistica” di Di Pietro. Grillo: “Tonino sceglie male gli amici”

Antonio Di Pietro

“Di Pietro, così non va”. Il duro monito arriva da Paolo Flores d’Arcais sulla prima pagina de Il Fatto Quotidiano. La critica dell’amico e direttore di MicroMega è tutta rivolta alla gestione di Tonino al partito. “Mi riferisco – scrive – al tuo parito, l’Italia dei Valori, che malgrado ogni promessa in contrario, continua ad essere il TUO PERSONALE partito…”.

Lettere maiuscole che pesano come un macigno, soprattutto in questo momento. L’ex pubblico ministero infatti sta vivendo un periodo alquanto difficile. Prima l’ex amico Elio Veltri lo trascina in tribunale per truffa: Di Pietro è accusato di aver intascato i rimborsi elettorali a nome dell’associazione da lui fondata per le europee del 2004 invece che del partito. E i suoi compagni e amico non sembra che si stiano prodigando più di tanto per correre in sua difesa.

Ora l’attacco di Flores d’Arcais a cui si aggiunge la voce, anch’essa critica, di Francesco “Pancho” Pardi: Tonino gestisce l’Idv in maniera privatistica. “E’ veramente troppo familistica la gestione del partito di Di Pietro. Per questo – scrive Pardi – al congresso ho proposto che chiunque sia parente oppure sentimentalmente legato a qualcuno già eletto non possa essere candidato”.

La mozione è stata votata a larga maggioranza, ma nell’Idv non è cambiato nulla. E la cosa non sfugge a Flores d’Arcais che definisce il congresso “uno spettacolo imbarazzante di diseducazione alla democrazia” e le promesse di Di Pietro “soltanto promesse da marinaio”.

La personalizzazione della politica è una tendenza a cui vanno incontro tutti i partiti e Berlusconi è il capofila in Italia. Ma non a tutti piace: anche Furio Colombo, deputato Pd ed editorialista del Fatto Quotidiano, critica la gestione dell’Italia dei Valori. “Ho molta simpatia per Di Pietro, senza nulla togliere al partito al quale appartengo, ma mi sembra piuttosto evidente che una gestione fatta in questo modo non può che indebolire un partito come quello di Di Pietro”.

A rincarare la dose ci si mette anche Beppe Grillo: “Di Pietro deve mettersi in testa una cosa, prima di ogni altra: deve stare molto attento agli amici che si sceglie”.
Chi ha orecchie per intendere, intenda.

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Sandro