ROMA- ''Siamo alla vigilia delle nuove monetine. Come al Raphael, ma contro il Parlamento stavolta. I cittadini sono al limite della sopportazione. Servirebbero dimissioni e nuove elezioni''.
A dirlo, in un'intervista all'Unita', il leader dell'Idv Antonio Di Pietro, secondo cui un governo tecnico o di responsabilita' nazionale sarebbe ''debole'' per mancanza di numeri.
Prima del voto, Di Pietro auspica una nuova legge elettorale. ''Ho detto si' al referendum per tornare al Mattarellum, ma apprezzo la proposta di Bersani per il metodo e per lo spirito'', afferma. ''Noi dobbiamo poter dire che abbiamo fatto il possibile. Per questo dico: niente paletti e preconcetti. Del resto e' difficile una legge peggiore del Porcellum. E i cinque testimoni della corona – Berlusconi, Bossi, Casini, Bersani e Di Pietro – sanno bene che responsabilita' enorme sia scegliere quelli che saranno eletti, rischiando lo Scilipoti di turno''.
Per il leader dell'Idv c'e' ''aria di voto tra la gente'', ma non in Parlamento, perche' ''la meta' di questa classe dirigente non sara' rieletta, e lo sa. E d'altra parte – osserva – per ora Napolitano ha le mani legate. Siamo in un cul de sac''. Il voto, sostiene Di Pietro, aiuterebbe il paese a uscire dalla crisi. ''Il giorno in cui Berlusconi va a casa, la Borsa risale da sola, perche' viene via il fattore di freno. L'Italia e' come un paese che ha preso l'influenza, e che per di piu' si e' fatta una canna: drogata dall'illusione berlusconiana''.
In merito al dopo Berlusconi, ''intanto abbiamo lanciato l'Idv 2. Non abbassare la guardia sul fronte della legalita', ma anche tentare la conquista di altri voti. L'obiettivo non e' ridistribuire i consensi – spiega – ma conquistare tutti insieme, Sel Idv e Pd, il 51%''. Quanto all'Udc, ''non ho preconcetti, ma e' un dato di fatto che corrergli appresso rischia di essere solo una perdita di tempo. Il terzo polo non sta con nessuno dei due. Andranno da soli, alla fine. Vogliono farsi un giro, e non sposarci''.