Di Pietro sotto inchiesta: “Non scappo, non sono come Berlusconi”

Antonio Di Pietro

“‘Non ce l’ho con lui. Sono pronto a stringergli la mano”. Antonio Di Pietro porge il ramoscello d’Ulivo a Elio Veltri, l’ex compagno di partito oggi suo grande accusatore. Ma quella di Di Pietro è una mano di ferro in un guanto di velluto.

Il leader dell’Italia dei Valori, intervenendo a “Otto e mezzo”, annuncia che si difenderà “con le unghie e con i denti” dall’accusa di aver sottratto illegalmente i rimborsi elettorali del 2004. “Veltri – dice l’ex pm – dovrà prendere atto delle decisioni della magistratura, perché quando un giudice fa un’inchiesta io non scappo via, non mi faccio una legge ad personam, come fa Berlusconi”.

Di Pietro si dice sicuro dell’assoluzione e, ulteriore modo per differenziarsi da Berlusconi, rifiuta l’idea che ci sia un “complotto” contro di lui. Il centrodestra avrebbe motivo di replicare, ma si attesta sulla linea del garantismo e del fair play. “Anche nei confronti di Di Pietro sono un garantista e socialista, quindi non do nessun giudizio”, dice Paolo Bonaiuti, portavoce di Silvio Berlusconi.

Anche il “falco” Fabrizio Cicchitto sceglie di non infierire e concede la presunzione di innocenza per Di Pietro, pur osservando che in casi analoghi, gli esponenti del centrodestra “vengono criminalizzati con grande fragore mediatico e invitati a fare un passo indietro”. Insomma, nel Pdl la vicenda giudiziaria che ha colpito l’ex pm di “mani pulite” viene commentata con grande cautela, probabilmente per dimostrare di essere totalmente immuni dal virus del giustizialismo.

Preoccupazione che invece non hanno i quotidiani vicini al Pdl, Libero e Il Giornale. “Così impari” ha titolato quest’ultimo in prima pagina a caratteri cubitali, riferendosi ovviamente a Di Pietro: esattamente quello che i massimi dirigenti del Pdl pensano ma non vogliono dire. I guai giudiziari di Di Pietro hanno invece compattato i parlamentari dell’Idv che all’unisono hanno espresso la loro solidarietà al leader indiscusso.

Il più solerte in questa opera di sostegno è stato proprio un ex collega di Tonino, a tratti descritto come un suo possibile antagonista: Luigi De Magistris, secondo il quale “L’Idv è omai da mesi target di un bombardamento politico e mediatico da parte dei poteri forti che cercano di delegittimarla”. Gli uomini di Di Pietro in Parlamento escludono che l’inchiesta possa condurre a risultati seri. “Smonteremo questi attacchi cinici, faziosi e strumentali”, dice il presidente dei senatori Felice Belisario.

Per Fabio Evangelisti, vice capogruppo alla Camera. “gli attacchi al presidente dell’Idv sono squallidi e non fermeranno la sua battaglia per la legalità e contro le caste”. “E’ una bolla di sapone”, taglia corto il portavoce Leoluca Orlando, che aggiunge:”confidiamo nel lavoro della magistratura perché non abbiamo scheletri nell’armadio”. Ma il dato politico più imprevisto dell’intera vicenda è quello della caparbia scelta di tutti i dirigenti del Pd di tacere. l’Unità, quotidiano molto vicino ai democratici, si occupa oggi della questione in ventiduesima pagina, e senza richiami in copertina: è una pura e distaccata ricostruzione dei fatti corredata da un’intervista all’interessato. Per il resto, silenzio. Un silenzio che fa ben intendere quanto scomodo sia diventato il rapporto con l’Italia dei Valori: al punto da non emettere nemmeno un mezzo comunicato di sostegno. Ma Di Pietro non se ne cura: “Non mi interessa la solidarietà del pd – taglia corto – e nemmeno la cerco”.

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Emiliano Condò