Il primo a reagire alla notizia delle dimissioni di Nicola Cosentino da sottosegretario all’Economia era stato Massimo Donadi, capogruppo dei deputati dell’Idv, che che aveva parlato di “grande vittoria” del suo partito e di “profonda amarezza” per il fatto che il passo indietro sia arrivato soltanto dopo la calendarizzazione del voto di sfiducia.
Tutto il mondo politico si è messo in movimento dopo l’annuncio del passo indietro del sottosegretario all’Economia. Anche il premier Silvio Berlusconi ha subito diramato una dichiarazione: “Ho condiviso la decisione di Nicola Cosentino di dimettersi da sottosegretario. Ho altresì avuto modo di approfondire personalmente e tramite i miei collaboratori la sua totale estraneità alle vicende che gli sono contestate. Sono quindi certo che la sua condotta durante la campagna elettorale per la Regione Campania è stata improntata alla massima lealtà e al massimo impegno per ottenere la vittoria di Stefano Caldoro”.
L’opposizione si è scagliata contro la maggioranza e l’esecutivo. Per il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, “Cosentino non poteva fare altrimenti” e adesso “chiediamo che la Camera autorizzi il suo arresto. Dopo la mozione di sfiducia contro Cosentino, l’Idv si prepara a chiedere una mozione contro l’intero governo Berlusconi”.
“Il governo Berlusconi sta cadendo a pezzi” ha detto invece il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini. Che ha poi aggiunto: “La nostra battaglia delle legalità e della trasparenza continua senza tregua”. Enrico Letta, vicesegretario del partito, ha invece evidenziato come “la maggioranza con le dimissioni di Cosentino dimostra di essere alle corde”, insistendo sul fatto che “quella di oggi è la rivincita di due soggetti politici sull’arroganza del premier. È la rivincita del Pd che ottiene un altro risultato dopo le dimissioni di Brancher ed è la rivincita di Fini che dimostra di poter mettere sotto politicamente Berlusconi più di quanto i ragionamenti sui numeri dei mesi scorsi lasciavano intendere”.
Gianfranco Fini, dal canto suo, ha fatto sapere che quanto affermato da Cosentino dopo le dimissioni, ovvero che nel Pdl sarebbe in atto una manovra orchestrata dal presidente della Camera per prendere il potere tramite Bocchino, “mi lascia del tutto indifferente”. E diplomaticamente ha aggiunto: “Dimettersi anche per potersi meglio difendere in sede giudiziaria era per l’onorevole Cosentino un atto indispensabile e doveroso”. Un atto, ha proseguito Fini, “di correttezza istituzionale anche per una evidente e solare questione di opportunità politica”.
Il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, che aveva anticipato la disponibilità del suo partito a votare la mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario, ha osservato che “le dimissioni di Cosentino sono un gesto di ragionevolezza. Resta il rammarico che abbia aspettato la presentazione della mozione di sfiducia: in certi casi la sensibilità non è forma ma sostanza”.