Giornata cruciale per la maggioranza oggi alla Camera. Questa mattina Silvio Berlusconi ha parlato esponendo il suo programma in cinque punti che sottopone al voto di fiducia dell’Aula di Montecitorio. Il premier ha detto che il suo governo andrà avanti perché “è l’unico possibile”. Dopo le reazioni dei vari deputati, è tornato a parlare nel pomeriggio negando, tra le altre cose, di aver “comprato” dei deputati promettendo loro una rielezione. Dopo il suo discorso si sono aperte le dichiarazioni di voto di ogni partito in vista del voto di fiducia previsto per le 19. Ecco la diretta dalla Camera:
20-43. Maroni: a marzo si vota. ”Secondo me a marzo si vota”. Lo dice il ministro dell’Interno Roberto Maroni parlando con il leader di Sinistra e Libertà Nichi Vendola. La conversazione è stata ”intercettata” dai microfoni del tg di La7 e trasmessa nell’edizione serale.
20.15 Granata vota no alla fiducia, Fini lo convoca. Il finiano Fabio Granata, che ha votato contro la fiducia al governo, è stato ricevuto dal Presidente della Camera Gianfranco Fini nel suo studio al piano nobile di Montecitorio. ”Ho votato contro la fiducia come reazione simbolica agli attacchi vergognosi a cui in questi mesi è stato sottoposto il Presidente Fini sul piano politico e personale” ha detto Granata.
19.49 E’ Gabriella Mondello l’Udc chiamata da Berlusconi. E’ Gabriella Mondello la deputata dell’Udc che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, oggi ha ammesso nell’Aula della Camera di aver contattato personalmente al telefono per convincerla a tornare nel Pdl e appoggiare il governo. Nata nel 1944, laureata in lettere, Mondello è nata a Bedonia in provincia di Parma ma è ligure d’adozione. E’ deputata da tre legislature ed è stata eletta a Montecitorio nelle liste del Pdl.
19.48 Napolitano non commenta. Nessun commento da parte del Presidente della Repubblica al risultato del voto di fiducia al Governo. Lasciando l’Ecole Normale Superieure di Parigi il capo dello Stato ha preferito rispondere con una battuta a chi gli faceva presente che il governo aveva ottenuto 342 voti di fiducia: ”la fiducia a Cavour? Io per stasera mi fermo a Cavour…”.
19.41 Bossi:la strada maestra è il voto. ”Nella vita è meglio prendere la strada maestra, la strada maestra è il voto. Berlusconi il voto non lo ha voluto e ora siamo a questo punto”: cosi’ Umberto Bossi, leader della Lega, conversando con i cronisti dopo il voto di fiducia al governo Berlusconi alla Camera.
19.28 La Camera dà la fiducia al governo: 342 si e 275 no. Il risultato della votazione a scrutinio palese è di 342 sì e 275 no e 3 astenuti.
19.20 Massimo Calearo si astiene. Calearo, ex Api, aveva annunciato che avrebbe votato la fiducia al governo se il suo voto si fosse rivelato necessario a far avere la maggioranza. In caso di ampia maggioranza, invece, si sarebbe astenuto per fare un favore a Veltroni, aveva detto, che lo aveva candidato nel Pd. Al momento del voto Calearo si è astenuto.
18.24: In corso votazioni sulla fiducia. E’ in corso nell’Aula della Camera la votazione sulla fiducia che il presidente del Consiglio ha posto sulle comunicazioni da lui rese stamani a Montecitorio. La votazione e’ palese, ed avviene per appello nominale. Ciascun deputato passa davanti al banco della presidenza e annuncia, ad alta voce, il suo voto.
18.23: Guzzanti: non voterò la fiducia. Il deputato liberale Paolo Guzzanti annuncia di non votera’ la fiducia al governo Berlusconi. Accusa il presidente del Consiglio di ritenere come ”liberale da mettere in cattedra il satrapo Putin”. Poi definisce quella del governo ”una politica illiberale”.
18.22: Cesario: voto fiducia per l’interesse del Paese. ”Il nostro Paese ha bisogno di essere governato per garantirsi lo sviluppo in questi tempi difficili. Ho ascoltato le comunicazioni del presidente del Consiglio, e ne ho apprezzato lo spirito costruttivo, esplicitato in impegni concreti. E’ per questo che oggi sento il dovere di sostenere con il mio voto di fiducia il governo”. Lo ha detto nell’Aula della Camera Bruno Cesario, che ieri ha lasciato l’Api per passare al gruppo misto. ”Voto la fiducia – ha spiegato – per dare all’Italia e soprattutto al Mezzogiorno, su cui il presidente del Consiglio in quest’Aula ha assunto impegni importanti e specifici, una necessaria opportunita’ di crescita e di sviluppo. E’ una scelta difficile e sofferta fatta in liberta’ e senza condizionamenti, nell’esclusivo interesse del Paese”.
18.22: Cicchitto: su compravendita Pd fa lo smemorato. Fabrizio Cicchitto replica alle accuse del segretario del Pd Pier Luigi Bersani sulla compravendita di deputati. ”Bersani e’ come lo smemorato di Collegno”, afferma il capogruppo del Pdl nel corso della dichiarazione di voto sulla fiducia al governo, in cui sostiene che il leader del pd si e’ dimenticato che quando cadde Prodi nel ’98 il governo D’Alema fu reso possibile grazie al ”passaggio di 30 deputati e senatori dal centrodestra al centrosinistra”. Parlamentari che, prosegue Cicchitto, ”in buona parte furono ricompensati con ministeri e sottosegretariati”.
Una manovra che, a suo tempo fu ”esaltata come una grande operazione politica. Anche il questo caso siamo come al solito nel terreno dell’esercizio piu’ sfacciato dei due pesi e delle due misure”. Cicchitto ha anche criticato Bersani per il suo intervento in Aula. ”Sgombriamo subito il campo da due questioni: le elezioni dopo quelle del 2006 sono state rifatte nel 2008 perche’ voi del centrosinistra siete implosi e ci avete lasciato varie ererdita’ fra cui i rifiuti a Napoli: quindi non potete darci lezioni, se non su un punto: non possiamo essere simili a voi. Il centrosinistra – aggiunge – non e’ un’alternativa e spera solo di poter intervenire a seguito di errori e divisioni nel centrodestra e questo deve essere una lezione per tutti noi”.
18.21: Cicchitto: Fli ponga fine a guerriglia e logoramento. ”Mi auguro che il senso politico” delle dichiarazioni dei finiani Silvano Moffa e Italo Bocchino ”sia il seguente: la fine di ogni guerriglia politica di ogni tentativo di logoramento”. Lo ha detto il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, nel corso della dichiarazione di voto sulla fiducia al governo. ”Su questo terreno – ha aggiunto il presidente dei deputati del Pdl – si misura l’intelligenza e la maturiita’ politica del centrodestra”. A proposito dell’intervento del premier Silvio Berlusconi, Cicchitto ha detto che il ”senso” delle sue parole e’ di ”reagire a ogni deriva distruttiva”.
18.21: Nucara a La Malfa: da Pri sì a fiducia. ”Io voto la fiducia al governo, e non lo faccio a titolo personale ma in rappresentanza del Partito repubblicano italiano, la cui direzione nazionale ha deciso in questo senso con 17 voti a favore e tre contrari”. Lo ha detto in Aula alla Canera Francesco Nucara, che in polemica con Giorgio La Malfa che votera’ contro ha citato uno scritto del padre.
18.20: La Malfa: non mi sento di votare la fiducia. ”Non mi sento di dare il mio voto di fiducia al governo”: lo ha annunciato nell’Aula della Camera Giorgio La Malfa.
18.17: Altro “pizzino” di Berlusconi a Cicchitto: ricorda a Casini… ”Ricorda a Casini che 35 cose le abbiamo fatte (35 fiducie)”. E’ scritto in un foglio che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, seduto dietro ai banchi del governo, ha inviato al capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto durante l’intervento nell’Aula della Camera del leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini. Il messaggio, vergato su un foglio intestato del presidente del Consiglio, e consegnato a Cicchitto da un commesso mentre Casini parlava, era una indicazione per l’intervento che il capogruppo del Pdl ha tenuto a breve in dichiarazione di voto sulla fiducia.
18.16: Berlusconi manda un biglietto a Cicchitto: ricorda che la Iervolino non fa la raccolta differenziata. Mentre il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, prende la parola in Aula, Silvio Berlusconi gli manda un bigliettino con una indicazione: ”Di’ che e’ la Jervolino che non fa la raccolta differenziata”.
18.13: Ovazione per Bersani: tutti in piedi deputati Pd. Intervento applauditissimo quello del leader del Pd, Pier Luigi Bersani, nell’aula di Montecitorio. I deputati democratici, alla fine dell’intervento sul voto di fiducia chiesto dal governo al discorso programmatico di Berlusconi, si sono alzati tutti in piedi per battere le mani al segretario del partito. Particolarmente ‘graditi’ i passaggi del discorso nel quale ha definito l’attuale fiducia ”la fiducia del cerino”. Ma Bersani e’ stato applaudito anche quando ha invitato Silvio Berlusconi ad andare a Napoli con lui per vedere quale era ormai la situazione dei rifiuti nella citta’. Anche i finiani, in primis il capogruppo Italo Bocchino, hanno acclamato il segretario del Pd quando ha preso le difese del presidente della Camera, Gianfranco Fini. Dalla maggioranza e’ arrivata qualche protesta soprattutto quando ha definito Berlusconi ”l’impresario di questo teatrino” della politica. Ma sono stati i leghisti i piu’ accaniti: hanno gridato piu’ volte all’indirizzo di Bersani sostenendo che stava dicendo solo bugie. Immediata la replica del segretario: ”quando avrete finito di osannare i vostri ministri sarebbe bello sapere come mai avete votato tutte le leggi della cricca…”.
18.12: Bersani: compravendita? E’ paradiso fiscale della politica. ”I deputati vanno e vengono, viviamo nei paradisi fiscali della politica, le carriere sono al portatore, le leggi sono al portatore”. Cosi’ il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha attaccato, in aula alla Camera, il passaggio di parlamentari nella maggioranza. Bersani si e’ quindi rivolto alla Lega: ”Quando avete finito di osannare i vostri ministri volete dirci per quale diavolo di motivo avete votato tutte le leggi che hanno favorito la cricca?”. Il leader Pd ha definito Berlusconi ”l’impresario” della maggioranza che per 15 anni ”ha fatto girare l’Italia intorno ai suoi problemi” e ”se indica, come e’ successo questa estate, con un dito un malcapitato, lui va alla gogna”.
18.10: Bersani difende Fini, e Bocchino applaude. Il segretario del Pd Pier Luigi difende, senza nominarlo, il presidente della Camera come ”un malcapitato che finisce alla gogna” del premier Silvio Berlusconi ed il capogruppo di Fli Italo Bocchino applaude. ”Berlusconi – ha affermato Bersani nella dichiarazione di voto a Montecitorio prima del voto di fiducia – fa dire ai suoi telegiornali che e’ l’uomo del fare e non del teatrino della politica, invece e’ l’impresario del teatrino della politica, da 15 anni il paese fa il girotondo attorno alle sue questioni”. Se invece c’e’ qualcuno che eccepisce, Berlusconi ”indica con il dito, come e’ successo questa estate, il malcapitato che finisce alla gogna mentre per cose 10, 100, 1000 volte piu’ gravi lei sarebbe perdonato”.
18.09: Bersani: 15 anni di favole, per voi c’è sempre il nemico. ”Mancano i fatti, quelli veri, e se non ci sono i fatti non puo’ essere sempre colpa di un nemico: i magistrati, i comunisti, i traditori. Volete governare 80 anni prima che sia colpa vostra?”. Cosi’ il segretario del Pd Pier Luigi Bersani si e’ rivolto alla maggioranza, accusando il premier Silvio Berlusconi di ”essere passato dal sogno alle favole, favole raccontate per 15 anni e disperse in mille bolle di sapone”. ”Invece di 5 punti di ribollita – ha ironizzato Bersani – servono 3 punti (il fisco, la burocrazia, il lavoro) da realizzare. Servono fatti veri, non propaganda e virate”.
18.04: Bersani: è la fiducia del cerino, andatevene. ”Questa e’ una fiducia messa per debolezza, nessuno vuole il cerino in mano, e’ la fiducia del cerino. Ma ci vuole un passaggio elettorale, con piu’ civili regole elettorali, perche’ il paese non puo’ piu’ aspettare”. Cosi’ il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha chiesto, in sede di dichiarazione di voto prima della fiducia, le dimissioni del governo. ”Le elezioni ve le siete rimesse in tasca voi – ha affermato Bersani – oggi non si apre una pagina nuova, si chiude una pagina vecchia”.
18.02: Bersani: ignorate Paese reale, e conti ballano. Il punto di fondo e’ che non c’e’ comprensione del Paese, dell’Italia vera; gli italiani sono arrabbiati, c’e’ sbandamento, incertezza. Le tensioni sociali si acuiscono e abbiamo governo che spesso accende i fuochi”. Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, nelle dichiarazioni di voto alla Camera sulla fiducia. ”Il punto e’ che non c’e abbastanza lavoro – ha proseguito – l’economia e’ troppo bassa. E – ha proseguito – Non terrete a posto i conti con l’economia cosi’ bassa. Come dobbiamo dirvelo?”. ”Ascoltate le piccole imprese – ha insistito – Vi diranno che ci sono piu’ chiacchiere e piu’ burocrazia. Avete nozione – ha domandato – di cosa succede a scuola e nelle universita’? Lo sapete che i costi mense sono gia’ raddoppiati?”. ”Non raccontiamoci piu’ queste cose” ha aggiunto Bersani che ha invitato Berlusconi a discutere concretamente di riforma del fisco e politiche industriali. ”E’ non veniteci a dire – ha concluso – ‘i soldi non ci sono’. I conti voi li avete solo fatti ballare”.
17.59: Bersani: discorso debole, promesse non mantenute. ”Un discorso molto debole, pieno di promesse risapute, promesse che non arrivano mai. In questi due anni abbiamo vissuto l’epoca gloriosa del ‘ghe pensi mi’ con risultati che sono sotto gli occhi di tutti”. Cosi’ il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, nella dichiarazione di voto sulla fiducia, valuta l’intervento del premier. ”E’ la seconda volta – afferma Bersani – che la vediamo qui, la prima fu per l’insediamento del governo, poi piu’ niente, 26 voti di fiducia e 54 decreti. Quella volta disse per venti volte la parola ‘crescita’ ed invece abbiamo avuto il calo piu’ grande della storia del dopoguerra. Ci stiamo staccando dal gruppo di testa dei paesi europei”.
17.52: Casini: Il governo si prepara a tirare a campare. ”Dopo due anni il governo Prodi e’ andato a casa, dopo due anni il governo Berlusconi con cento voti in piu’ di maggioranza e’ alle prese con la contabilita”’ e si ”prepara a tirare a campare, esattamente come tutti gli altri prima”. Lo afferma Pier Ferdinando Casini leader dell’Udc nella dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo in aula motiva il no dei centristi alla fiducia. ”Noi abbiamo assunto un impegno d’onore con gli elettori”. E questo, spiega Casini ”ci porta a confermare i 36 voti gia’ espressi in precedenza e a dire no alla 37ma fiducia” al governo.
Casini si rivolge al premier: ”io le voglio bene lei lo sa, e’ un mio punto debole, sono buono come lei. Ma oggi e’ venuto qui e ci ha spiegato che c’e’ stata una scissione nell’Udc. Io pensavo che fossimo qui perche’ c’era stata una scissione nel Pdl di 35 deputati e 10 senatori… mi ero sbagliato, non avevo capito, sono uno sprovveduto”. Il leader dell’Udc sottolinea il fallimento del bipolarismo e promesse non mantenute.
”Il premier ha presentato alla Camera un elenco di buone intenzioni”, dal quoziente familiare al piano per la vita: ”realizzi questi punti, noi li voteremo, ma non possiamo fare a meno di rilevare cio’ che frappone oggi l’approvazione di questi provvedimenti al dibattito che stiamo facendo”. ”Dal 94 – ricorda Casini – sono gli stessi buoni propositi, lei non e’ al primo giorno di scuola” e ”se non li ha realizzati la colpa non puo’ essere sempre e solo degli altri. Lei non puo’ essere Alice nel paese delle meraviglie e qui le meraviglie non ci sono”. Casini ricorda quindi gli attriti degli ultimi mesi nel Pdl: ”questa giornata – dice – segna l’epilogo di una stagione segnata da odio e da dossier”, un periodo in cui alcuni ”uomini sono stati colpiti anche nei loro affetti piu’ intimi. Una stagione che speriamo si chiuda oggi perche’ ha disgustato gli italiani”.
Oggi, prosegue Casini ”noi continuiamo sulla nostra strada che e’ quella dell’opposizione repubblicana che nulla ha a che fare con le strade del trasformismo che a nostro parere sono il cancro della vita democratica”. ”Mantenere le promesse – dice – questa e’ la svolta etica”. Quanto alla giustizia, ”noi siamo garantisti, abbiamo a volte candidato condannati e contenti che poi siano stati assolti, ma per essere credibile non puo’ essere indulgente sempre con corrotti e corruttori. La prima Repubblica e’ morta perche’ non ha saputo distinguere tra chi aveva servito la politica e chi ne aveva approfittato in modo vergognoso”.
E con una ”casta che si autoassolve sempre e comunque, alimenteremo il qualunquismo e forse sara’ Di Pietro o Grillo a beneficiarne, non certo noi”. ”Noi – ricorda Casini – avevamo indicato una strada lineare che era quella di ammettere la crisi, ma lei ha seguito la scorciatoia del pallottoliere, e dico pallottoliere perche’ e’ il giorno del suo compleanno e vogliono essere buono”, ha detto ancora, e qui c’e’ ”una maggioranza che si divide in 4 mozioni per dire le stesse cose”.
17.44: Berlusconi a Donadi: non sono così cattivo… Breve colloquio dai toni scherzosi tra il presidente del consiglio Berlusconi e il capogruppo di Idv, Massimo Donadi, dopo l’intervento in aula di quest’ultimo. A riferirlo e’ stato lo stesso parlamentare dell’Italia dei Valori interpellato in Transatlantico dai cronisti. ”Il suo e’ stato un approccio scherzoso – ha raccontato Donadi – – quando ho finito di parlare si e’ avvicinato e mi ha chiesto se ero davvero cattivo come apparivo. Io ho risposto di no e che sono anzi un pezzo di pane. ‘Allora ce l’ha con me’, mi ha chiesto Berlusconi, e io gli ho spiegato che ce l’abbiamo con le cose che fa”. ”Poi mi ha detto che in realta’ lui e’ buono – ha riferito ancora Donadi – e che glielo diceva anche la mamma. Addirittura Cossiga nel 1994 gli disse che era troppo buono per fare politica e che era meglio che rinunciasse. Io – ha chiuso Donadi – gli ho risposto che avrebbe potuto dar retta al consiglio di Cossiga, e che e’ sempre in tempo per farlo”.
17.31: La Russa: maggioranza a 309, terza gamba non necessaria. ”La terza gamba al momento non c’e’ e al momento non e’ indispensabile” e ”sappiamo con certezza che oggi per noi avere 309 voti e’ avere la maggioranza a prescindere dagli apporti esterni che ben venga se arrivano”. Lo afferma il ministro della difesa e coordinatore nazionale del Pdl, Ignazio La Russa, conversando con i cronisti a Montecitorio.
”Abbiamo calcolato, prudentemente, che il numero dei finiani che non voterebbero mai contro il governo, equivale a cinque”, aggiunge La Russa. Il ministro ha quindi spiegato: ”non abbiamo mai detto che l’asticella era a 316 perche’, togliendo il voto del presidente della Camera, cosi’ si scende a 315, e togliendo le astensioni, almeno cinque, l’asticella scende a 309. Se arrivassimo a 309 percio’ saremmo quindi autosufficienti e avremmo una maggioranza numerica, anche senza Fini e Mpa”.
17.28: Il gruppo di Futuro e libertà voterà sì alla fiducia. Italo Bocchino, capogruppo Fli alla Camera, annuncia il si’ del gruppo finiano sulla fiducia al governo e sottolinea l’asse con i ”colleghi dell’Mpa, che – dice – come noi si sentono vincolati al mandato degli elettori e alla realizzazione del programma di governo”.
”C’e’ il nostro apprezzamento per il passaggio parlamentare che fa chiarezza rispetto al problema che esiste tra governo e la sua maggioranza che oggi con la fiducia avrà il sostegno di tre gruppi e non piu’ due, di quattro soggetti e non piu’ di tre, quattro anime di una stessa maggioranza che lei ha gli strumenti di gestire in un’armonia assennata”, rimarca Bocchino, sottolinenando che Fli ed Mpa si muovono di concerto. un pacchetto di 40 voti che oggi va a sostenere il governo, domani servira’ di volta in volta sui diversi capitoli che dovranno essere scritti sotto i titoli programmatici indicati oggi dal governo.
”E’ stato un errore – dice ancora Bocchino – tentare la strada dell’autosufficienza, che rischiava di dare vita ad una maggioranza piu’ ristretta e nuova, non coincidente con la volonta’ popolare che deve essere la nostra stella polare”. ”Perche’ non e’ corretto – esclude ancora una volta governi tecnici Fli – fare entrare in maggiorana parlamentari eletti con le opposizioni. Noi ribadiamo ancora il nostro ancoraggio al centrodestra, vogliamo portare avanti la legislatura fino all’ultimo giorno. c’e’ il nostro si’ al programma e la disponibilita’ a discutere senza diktat e senza prendere o lasciare, senza preclusioni preconcette”.
Sui diversi capitoli dl programma ”avra’ sempre i nostri voti, ci saremo sempre”, aggiunge Bocchino. Che e’ polemico quando dice: ”Dubito che i cittadini del Sud, da qui alla fine della legislatura trarranno vantaggio dai tre annunci manifesto su banca del sud, ponte sullo stretto, Salerno-Reggio Calabria”. Infine la giustizia. ”Tema delicato – dice Bocchino – che per noi fa coppia con legalita’. Sulla riforma lei ha elencato titoli condivisibili: decliniamoli ora in provvedimenti.
Se saremo chiamati a contribuire, lavoriamo per non fare danni a cittadini, siamo favorevoli allo scudo per le alte cariche e allo smaltimento delle cause civili pendenti, ma non saremo mai d’accordo nel togliere la possibilita’ a un solo cittadino o azienda di non vedere riconosciuta la giustizia che attendono. E non saremo mai favorevoli ad una riforma punitiva della magistratura, per noi baluardo per garantire la giustizia”
17.27: Botta e risposta tra Fini e Berlusconi. Il premier: “Di Pietro esagera”. Antonio Di Pietro nel suo intervento esprime parole molto dure contro il presidente del Consiglio. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, lo richiama piu’ volte invitandolo ”ad usare un linguaggio piu’ consono”. Ma Di Pietro continua. Cosi’ Berlusconi si alza e si volta verso Fini chiedendogli con le braccia allargate di interrompere il leader dell’Idv. O quantomeno di invitarlo a non usare termini cosi’ duri. Fini, scuotendo la testa, come a giustificarsi, gli ricorda di essere appena intervenuto per ottenere da Di Pietro un intervento piu’ ”consono” all’Aula di Montecitorio. Berlusconi, rimettendosi al suo posto, fa un cenno con la mano come a dire che Fini non sarebbe intervenuto con la fermezza che si attendeva. Ma il botta e risposta tra i due dura un bel po’. Durante tutto l’intervento di Di Pietro i deputati di Lega e Pdl hanno gridato e sbattuto oggetti sul banco per coprire le sue parole.
17.26: Fini richiama Di Pietro. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha richiamato all’ordine due volte nell’Aula di Montecitorio il leader dell’Idv Antonio Di Pietro che ha duramente attaccato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. ”Lei – aveva detto Di Pietro in dichiarazione di voto – non e’ un presidente del Consiglio, ma uno stupratore della democrazia”. Una frase subito ripresa da Fini che ha chiesto di utilizzare ”un linguaggio consono a quest’Aula”. Il presidente della Camera ha precisato che non e’ in discussione la liberta’ di parola ma che ”non sono accette ingiurie”.
Di Pietro va subito all’attacco di Berlusconi nella sua dichiarazione di voto sulla fiducia. Dapprima Berlusconi e’ rimasto imperturbabile, continuando a scribacchiare sul foglio di carta che ha sul banco. Ma quando il leader dell’Idv lo equipara ”al suo predecessore Nerone”, Berlusconi scoppia a ridere, poi si tocca tre volte la testa con il dito, come a indicare che Di Pietro e’ matto. Infine ha alza le braccia. Dai banchi del Pdl si inizia a rumoreggiare, e i deputati abbandonano l’aula. Ma Di Pietro va avanti, in un crescendo rossiniano. Quando definisce Berlusconi ”stupratore della democrazia” il presidente della Camera Fini, che aveva piu’ volte scampanellato, interviene invitando Di Pietro a usare ”un linguaggio consono a quest’aula”. Parole al vento, con Di Pietro che incalza. Berlusconi si alza dal banco del governo, si gira verso Fini e gli chiede di intervenire: e’ l’unico momento in cui gli sguardi dei due si sfiorano dall’inizio della seduta. Fini ricorda ”che siamo in collegamento televisivo diretto”, ed invita tutti ”a cominciare dall’onorevole Di Pietro, a tenere un atteggiamento consono, a mantenere la calma”. Nel frattempo nei banchi dell’opposizione i deputati restano fermi e zitti e godono della scena. Fini torna ad intervenire. ”Non e’ uno spettacolo che il Parlamento puo’ offrire al Paese. L’onorevole Di Pietro si assume la responsabilita’ di quello che dice davanti all’Aula e davanti al Paese”. E lo richiama all’ordine per la seconda volta.
17.21: Di Pietro attacca Berlusconi e i deputati della maggioranza escono dall’Aula. Antonio Di Pietro attacca duramente il presidente del Consiglio, i deputati del Pdl cominciano a protestare con il presidente Fini ed escono dall’Aula. Anche Berlusconi si è alzato per chiedere l’intervento di Fini
17.20: Di Pietro: Berlusconi stupratore della democrazia. ”Lei e’ uno spregiudicato illusionista. Nel suo intervento ha descritto un Italia che non c’e’. Fuori c’e’ un altro Paese che e’ quello reale”. Il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, comincia cosi’ il suo intervento nell’aula di Montecitorio per annunciare il suo ”no” al voto di fiducia per il governo. L’intervento di Di Pietro e’ senz’altro quello piu’ contestato dai deputati della maggioranza. Mentre lui parla i deputati di Lega e Pdl gridano e sbattono oggetti sopra ai banchi per coprire le parole dell’ex ministro. Ma Di Pietro va avanti alzando sempre di piu’ il tono della voce.
Prima paragona il premier al ”suo predecessore Nerone”, che suonava ”l’arpa della felicita”’, mentre Roma bruciava. Poi ricorda la ”miriade di leggi” che ha fatto ”solo per tutelare gli affari suoi e di quelli degli amici della ‘cricca”’. Quindi aggiunge, sempre riferendosi a Berlusconi, che ride: ”Lei e’ bravo solo a comprare il consenso dei parlamentari”.
Molti deputati del Pdl escono dell’emiciclo di Montecitorio per ascoltare l’intervento di Di Pietro. Lui pero’, per nulla intimorito, attacca a testa bassa ricordando come Berlusconi sia stato abile nel fare ”dosseriaggio e killeraggio”. Quindi fa riferimento ai ”maestri” del presidente del Consiglio: ”Ovviamente – ironizza – mi riferisco ai suoi maestri di massoneria deviata”. Infine, l’affondo quando da’ a Berlusconi dello ”stupratore di democrazia”. Fini lo richiama piu’ volte invitandolo ad usare ”termini piu’ consoni”.
Ma il deputato non smette facendo cenno questa volta a ”tutte le societa’ offshore”, di cui dispone il premier ”per i suoi affari”. Berlusconi si alza e chiede a Fini di interrompere la serie di insulti. Fini ribatte di aver fatto tutto quello che poteva richiamando piu’ volte all’ordine il parlamentare. Di Pietro conclude il suo intervento tra le proteste e i ”buuh!” del centrodestra.
17.08: L’Mpa voterà la fiducia. I deputati del Movimento per l’autonomia voteranno a favore della fiducia. Lo ha annunciato l’esponente del Movimento di Raffaele Lombardo, Carmelo Lo Monte, che tuttavia non ha mancato di sottolineare “gli impegni non mantenuti” dall’esecutivo verso il sud. “Oggi daremo un voto di responsabilità insieme ai colleghi di Fli – ha concluso – perché siamo vincolati al mandato degli elettori e al programma di governo”
17.04: I Liberaldemocratici voteranno no alla Fiducia. ”I liberaldemocratici voteranno noi alla fiducia”. Lo ha detto nell’Aula della Camera Daniela Melchiorre dei Liberaldemocratici in dichiarazione di voto sulla fiducia posta dal governo sulle comunicazioni del presidente del Consiglio. ”Il discorso del presidente del Consiglio – ha spiegato Melchiorre – e’ a meta’ tra il libro dei sogni e il programma elettorale. La crisi e’ ancora una volta rimasta fuori, e non ci sono state le risposte che ci aspettavamo. Pr questo voteremo no alla fiducia”.
17.03: ovazione per Berlusconi anche mentre parla Fini. Il presidente del Consiglio replica nell’Aula di Montecitorio agli interventi che ci sono stati dopo il discorso programmatico tenuto da lui questa mattina. Al termine, tutti i deputati del Pdl e della Lega si sono alzati in piedi per battergli le mani. Ma l’applauso, piuttosto lungo, ha coperto anche le parole del presidente della Camera, Gianfranco Fini, che stava annunciando i numeri delle risoluzioni che sarebbero state messe ai voti e il nome degli oratori che si sarebbero alternati per le dichiarazioni di voto. Il battimani e’ cessato non appena Fini ha smesso di parlare.
17.01: Berlusconi fa appello alle opposizioni: insieme le riforme. ”Da oggi dovremo completare le riforme con il sostegno di tutti coloro che, in qualunque schieramento siano stati eletti, metteranno gli interessi del paese davanti a quello di una fazione. Sono certo che ce la faremo”. Lo ha affermato il premier Silvio Berlusconi nel suo intervento di replica alla Camera.
16.54: Berlusconi pone la fiducia. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha concluso il suo intervento alla Camera ponendo la fiducia sul suo discorso programmatico. ”E’ necessaria una franchezza nell’interesse del Paese, avere o un si’ o un no e pertanto a nome del governo che pongo la questione di fiducia”, ha affermato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a Montecitorio, motivando la sua richiesta.
16.53: Berlusconi: Responsabili pensino al Paese non alle fazioni. ”Non ci siamo mai fermati, ma sappiamo bene che da oggi dovremo completare tutte le riforme in programma, con il concorso di tutti i parlamentari responsabili” che a prescindere dallo ”schieramento in cui sono stati eletti” decideranno di ”mettere l’interesse del Paese davanti a quello di una fazione”. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso della replica al dibattito seguito al suo discorso programmatico.
16.52 E’ Gabriella Mondello la deputata a cui Berlusconi ha chiamato. È Gabriella Mondello, secondo quanto scrive La Repubblica, la deputata Udc che il presidente del Consiglio oggi ha confessato davanti all’assemblea di Montecitorio di aver contattato personalmente al telefono per convincerla a tornare nel Pdl e appoggiare il governo. Eletta in Liguria col partito di Berlusconi, Mondello è passata all’Udc il 29 luglio del 2009. È stato lo stesso premier a raccontarlo in aula per smentire l’accusa di “compravendita” di deputati.
16.52: Berlusconi: Nessuna compravendita, non ho promesso posti a ex Udc. ”E’ veramente paradossale che quando qualche parlamentare passi in un altro partito, questo sia eticamente valido e plausibile e quando invece qualche altro decide di votare questo governo si possa vendere tutto questo come ‘calcio mercato’. E’ inaccettabile e paradossale”, afferma Berlusconi.
”Il presidente del Consiglio – prosegue – si e’ permesso di telefonare solo ad una parlamentare che partiva per la Russia. All’interno dell’Udc si e’ determinata una scissione di alcuni parlamentari che non si sono riconosciuti nella linea del partito ed sono andati da un notaio a costituire un nuovo gruppo. Questi parlamentari, se daranno il loro voto – conclude – non avranno un premio ne’ un posto da sottosegretari”.
”E’ veramente paradossale che quando qualche parlamentare passi in un altro partito, questo sia eticamente valido e plausibile e quando invece qualche altro decide di votare questo governo si possa vendere tutto questo come ‘calcio mercato’. E’ inaccettabile e paradossale”, afferma Berlusconi. ”Il presidente del Consiglio – prosegue – si e’ permesso di telefonare solo ad una parlamentare che partiva per la Russia. All’interno dell’Udc si e’ determinata una scissione di alcuni parlamentari che non si sono riconosciuti nella linea del partito ed sono andati da un notaio a costituire un nuovo gruppo. Questi parlamentari, se daranno il loro voto – conclude – non avranno un premio ne’ un posto da sottosegretari”.
16.46: Berlusconi: Ci hanno impedito di fare autostrade e nucleare. ”In quei paesi (Germania, Francia ndr) nessuno si e’ mai sognato di impedire la costruzione di nuove autostrade o di nuove centrali nucleari. E nessuno ha consegnato un debito pubblico che e’ piu’ del dubbio di quei Paesi e per i quali paghiamo piu’ del 2% del pil, somme che avremmo potuto destinare alle infrastrutture”. Lo afferma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a Montecitorio.
16.43: Berlusconi: Mai discriminato nessuna forza sociale. ”Da parte nostra non c’e’ stato mai alcun pregiudizio o discriminazione nei confronti delle parti sociali, semmai qualcuno si e’ autoescluso: abbiamo fatto una riforma delle pensioni, senza neppure un’ora di sciopero”. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso della replica al dibattito seguito al suo discorso programmatico.
16.42: Berlusconi: Crisi non superata ma picco alle spalle‘Nonostante la forte tempesta economica abbiamo tenuto dritta la barra e messo in sicurezza i conti pubblici, abbiamo garantito la coesione sociale, il tutto senza mettere mani in tasca agli italiani”. Lo afferma il premier Silvio Berlusconi nel corso del suo intervento di replica alla Camera.
‘Per quanto riguarda l’andamento dell’economia – aggiunge – di mese in mese le statistiche ci dicono che siamo in miglioramento. Questa mattina il Cdm ha esaminato il dpef che stima la crescita pari a 1,2% per 2013”.
16:41: Berlusconi: Mantenere promesse è dovere morale. ”A differenza del passato per noi mantenere le promesse e’ un impegno morale”. Lo afferma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a Montecitorio. ”Tra le numerose critiche mi ha colpito quella sul finanziamento futuro sugli armonizzatori sociale, ovvero di un governo che promette senza mantenere la parola. E’ una critica infondata perche’ nel piano triennale e’ indicato come saranno finanziati gli ammortizzatori nei prossimi tre anni”, ha aggiunto il premier.
16.39: ”Ho seguito con attenzione” il dibattito e ”ringrazio tutti i deputati per il contributo costruttivo dato, di cui faremo certamente tesoro: ho ascoltato anche le critiche dell’opposizione che mi sembra siano state pero’ ispirate dalla volonta’ di negare sempre e comunque quanto e’ stato fatto dal nostro governo, persino di quanto e’ stato riconosciuto” da enti internazionali come il Fondo monetario internazionale. E’ la premessa con la quale il premier Silvio Berlusconi ha iniziato la sua replica al dibattito seguito al suo