Il divorzio breve approda nuovamente, dopo sette anni, in commissione giustizia della Camera con un testo del relatore Maurizio Paniz (Pdl) che tenta di superare i contrasti e le perplessità finora emersi. L’iter legislativo della proposta di legge non avrà in ogni caso tempi fulminei. I gruppi parlamentari dei diversi schieramenti non si sono infatti ancora riuniti per decidere nel merito e le posizioni non sono affatto univoche all’interno dei partiti.
Molte perplessità ci sono tra i cattolici, soprattutto del centrodestra, che non vedono motivi validi per accelerare l’iter del divorzio, istituto giuridico mai accettato dalla Chiesa. Un primo screening interno Pdl e Lega, separatamente, lo compiranno solo la prossima settimana. Così come in ‘ordine sparso’ appare il Pd.
“Non è stato ancora aperto – dice Donatella Ferrante, capogruppo del Pd in commissione Giustizia – un confronto sulla materia all’interno del gruppo. Lo faremo al più presto, anche perché questo provvedimento è stato messo all’ordine del giorno in ‘quota’ delle opposizioni. Cercheremo un confronto con il Pdl per capire se si arriverà all’esame dell’Aula con un sì da parte della maggioranza”. Le stesse cautele vengono espresse dal capogruppo azzurro Enrico Testa: “Sono personalmente favorevole al divorzio breve, ma non posso in alcun modo prevedere come si pronuncerà il gruppo. In ogni caso sarà necessario tenere conto anche delle priorità legislative, tra le quali certamente non c’é questa accelerazione dei tempi per il divorzio”. Anche nell’Udc non c’é nulla di deciso. Lorenzo Ria si è detto “personalmente favorevole. Il gruppo deve ancora decidere se assumere una linea ufficiale alla quale tutti si atterranno o se consegnare il provvedimento alle coscienze individuali”. Se ci sarà un via libera della Camera, la parola passerà poi al Senato.
