
Domenico Scilipoti al Senato: "Voltagabbana? Né rancore né vendetta, scelte secondo coscienza" (foto ANSA)
Lui, c’è sempre
Prima di lanciare la notizia, spero che l’editore mi conceda questa digressione. Assolutamente personale, anzi personalissima.
Quando leggo di lui, di Domenico Scilipoti, mi viene istintivamente di sorridere. Un po’ come quando incontro “guarda mago” a Roma, il cabarettista di strada che non fa assolutamente ridere ma siccome lo sento di famiglia, lo ascolto e la “questua” gliela do. Perché c’è sempre quando arrivo in città. E c’è sempre stato, da quanto ho ricordi legati a Roma in zona Coppelle. E questa cosa mi mette di buon umore, per questo quando lo incontro gli sorrido e preparo le monetine. Che se poi ci pensi è triste, perché un cabarettista che non fa ridere, che cabarettista è!
Ecco, con Domenico Scilipoti mi succede qualcosa di simile: destra, sinistra, responsabile, medico, agopunturista, missionario, consulente.. lui c’è. C’è sempre! Per questo mi viene da sorridere quando leggo di lui. E nella politica che io ho vissuto, da vicino e meno vicino, lui c’è sempre stato. Da eletto e da non eletto. Un processo che dura da vent’anni per falso e calunnia. Un’inchiesta per scambio di voti (archiviata). Un incarico alla Nato. Esce dalla porta e rientra dalla finestra. E come i grandi maghi (della politica e non) resuscita, sempre. L’ho lasciato consulente per la sanità Siciliana pochi mesi fa. Oggi me lo ritrovo, sfarfalleggiante intorno al Senato. Oggi, proprio oggi che si vota la fiducia al Premier, mica un giorno qualunque. Oggi, proprio oggi, dopo che Giuseppe Conte ha lanciato un appello: si cercano responsabili, per salvare il governo.
La notizia
Nel giorno decisivo per il governo Conte, al Senato spuntano Antonio Razzi e Domenico Scilipoti, due senatori simbolo dell’ora “responsabilità”. Nel 2010, infatti, con l’avvicinarsi della mozione di sfiducia al governo Berlusconi, i due allora senatori lasciarono l’Italia dei Valori e votarono contro la sfiducia all’esecutivo di centrodestra ergendosi a “re dei responsabili” o, come sottolineato per anni da chi, a partire dal M5S, li ha messi nel mirino, “re dei voltagabbana”.
Scilipoti: “Voltagabbana? Né rancore né vendetta, scelte secondo coscienza”
“Se sono qui per godermi lo spettacolo? Ma qui non c’è niente di cui godere. Qui è l’Italia che rischia” dice Scilipoti intervistato dall’AdnKronos. “Ma io non serbo rancore, non c’è spazio per la vendetta nella cultura cristiana. Siamo in una fase delicata per il Paese. Lo dico io, che sono medico di medicina territoriale in prima linea nella lotta contro il Covid”.
A chi all’epoca lo definì un ‘voltagabbana’, Scilipoti replica: “Più che rivincita, si tratta di nobilitare la politica con la P maiuscola. Chi entra in politica vuole contribuire a fare qualcosa di utile: dobbiamo smetterla di denigrare e delegittimare l’avversario. Ho sempre detto – prosegue l’ex esponente del Pdl – che la democrazia parlamentare è fondamentale. Le persone che amano il Paese, nei momenti particolari, devono fare delle scelte. Il giudizio non può essere alternato: non è che sostengo la tua maggioranza sono bravo e se sostengo le altre non lo sono…”.
“L’importante è che chi compie delle scelte, lo faccia nell’interesse del Paese e secondo coscienza. Nel caso in cui dei parlamentari si dovessero accorgere che una scelta sostenuta dal proprio partito potrebbe essere non utile per il Paese devono avere il coraggio di assumersi responsabilità a viso aperto”, osserva Scilipoti.
“Io sono stato indagato ma la magistratura ha accertato che la mia scelta nel 2010 è stata politica. Oggi, se fossi stato in Parlamento, avrei aperto un dibattito all’interno di Forza Italia e avrei cercato di sostenere le ragioni del no alla crisi e il no al voto in questo momento”, conclude.
Razzi: “Mi hanno accusato per anni, oggi…”
“Mi hanno accusato per anni, alla fine non cambia mai niente, ognuno si fa i c…suoi”, spiega Razzi nel Transatlantico del Senato conversando con l’ANSA.
Secondo Razzi “se non ci fosse stata la riforma c’era pure la possibilità di votare ma con il taglio dei parlamentari chi vuole andare a casa? Quando nel 2010 votai per il governo Di Pietro neanche ci salutava eppure noi avevamo portato voti al partito”. “Se è la mia rivincita? Ma no. Però è un peccato non andare in tribuna, purtroppo è vietato per il Covid”, conclude l’ex senatore abruzzese.
Fonte video: Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev.
