Bisignani e le donne: Prestigiacomo, Gelmini, Santanchè, Carfagna, Brambilla

Mariastella Gelmini, Stefania Prestigiacomo e Michela Brambilla (foto Lapresse)

ROMA – Si sfogano, si raccontano, si lasciano consigliare, vengono criticate: sono ministre e sottosegretari, sono le signore del “confessore” Luigi Bisignani. Nelle intercettazioni dell’uomo d’affari, arrestato per l’inchiesta P4, ci sono anche il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, quello dell’Istruzione Mariastella Gelmini, quello del Turismo, Michela Vittoria Brambilla e il sottosegretario Daniela Santanchè.

Tra loro c’è chi si lamenta dei colleghi, chi del presidente del Consiglio, chi cerca appoggio e soprattutto chi sparla e chi finisce nel mirino di offese. Le conversatrici e politicanti non fanno nessun mistero di paure e giudizi personali a Bisignani. Lui ascolta, recepisce e commenta con loro e di loro poi parla anche con altri.

Il 15 novembre scorso si confida la Prestigiacomo, si sbottona pure in qualche critica alle doti di Silvio Berlusconi: «Berlusconi deve essere intelligente, ma purtoppo non lo è».

Prestigiacomo: «Cosa ti ha detto Denis?»

Bisignani: «Mi ha detto che domani per fare questa cosa… ecco mi ha detto allora per fare questa…».

Prestigiacomo: «Lui gli consiglia di non occuparsi però Berlusconi deve essere intelligente e purtroppo non lo è».

Bisignani: «Appunto, allora mi ha detto Denis, mi devi dire tu Luigi se io devo tornare in Udc».

Prestigiacomo: «E lei e perché».

Bisignani: «Ieri ha parlato con Gianfranco».

Prestigiacomo: «Lei ha fatto questa uscita sul giornale e lui m’ha chiamato ieri sera poco dopo… ma il problema è uno… difesa Frattini, difesa la Gelmini dice no Berlusconi mi sta…».

Il ministro il 2 novembre dice ancora che «Quattro comandano e gli altri fanno il contorno».

Prestigiacomo: «Cinque anni fa, cioè o io ora sono in condizione di essere lì e di fare delle cose e di avere la mia quota di visibilità perché faccio delle cose oppure che ci sto a fare il gioco non è un governo di venti ministri, 25 ministri dopodichè quattro comandano e gli altri fanno il contorno… io sono considerata il contorno e perché hanno capito che persona sono… Cioè è che non mi amano no purtroppo ci troviamo tutti in un centrodestra e sono tutti referenti di Berlusconi, stanno tutti per Berlusconi, cioè per esempio lui si incazzerà domani là a Napoli perché io gli ho stoppato l’apertura della discarica a Serre… gliel’ho stoppata ma io sono consapevole del fatto che in otto giorni non cambia niente e poi siamo con la coscienza a posto e non arrivare armati»

Bisignani: «E glielo hai detto a lui?»

Prestigiacomo: «No, ma lui non sa niente di quello che faccio io, lui non sa niente, lui domani fa… sarà a noi il problema di competere con Berlusconi, sono contenta così perché siccome noi come ministero dell’Ambiente perché la situazione ormai in Presidenza è che non hanno capito diciamo la Campania è nostra e siete voi fatevelo ma finché non lo fate la vigilanza è dove io personalmente ho una responsabilità io ministro dell’Ambiente…».

Stefania Prestigiacomo parla anche del ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna. «Lei li fa contribuire gli fa quattro cose e lui cancella tutti quelli… e dà ragione a Mara su tutto e lui gli dice e a Salerno quindi li bisogna già che lei ci vada con una soluzione di… che non fa danni, poi la perdonerà sul piano personale e va da Berlusconi così Berlusconi poi… adesso deve chiedere di interessare tutto questo perché lui si propone come quello che risolve il problema (incomprensibile) e fa l’intervista su Repubblica che si propone…». Lo stesso giorno commenta un’intervista e afferma: «…dobbiamo far risolvere a La Russa i problemi di mezza Italia».


Maristella Gelmini a ruota libera al telefono con Bisignani dà dell'”imbecille” a Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, e lancia una frecciata anche al sottosegretario Gianni Letta.

Il 21 ottobre scorso, il ministro sbotta al telefono con l’uomo d’affari, parlando di un articolo apparso sul quotidiano Il Giornale contro la fondazione “Liberamente”, dice che «è una porcata», poi consiglia di «di dare un retroscena tramite Dagospia per far capire chi è il mandante di questa cosa».

Alla fine aggiunge: «Ho affrontato un incontro con quaranta parlamentari impazziti che volevano la testa di Verdini e dei coordinatori e dei capigruppo… io ho detto è il momento della responsabilità, della coesione, dobbiamo stare uniti. La verità è che abbiamo siglato un patto di non belligeranza con gli ex An, stiamo puntellando Verdini nell’ottica di tenere unito il partito in un momento difficile, se però il giornale di partito scrive che siamo perdenti te lo faccio vedere io che non siamo perdenti. In tre minuti salta non Verdini ma quell’imbecille di Cicchitto… Anche ieri ha perso un’occasione per stare zitto, perché Frattini ha fatto un intervento serio, dialogante ma dicendo che bisogna tutelare Forza Italia perché comunque non è che ci sono gli ex An… allora questa gente qua che li prendiamo a calci in culo perché Frattini sta in piedi con Gasparri e La Russa? Perché Cicchitto sta in piedi con Gasparri e La Russa? Cioè il senso era questo, questo con livore ha evidenziato quello che è il suo disegno e siccome non ha le truppe si è venduto a questi di Alleanza Nazionale e in questo modo sta in piedi, ma voglio dire dovrebbe essermi grato per il lavoro che sto facendo…».

È l’8 ottobre 2010. Bisignani telefona al ministro dell’Istruzione,  parlano del capo di gabinetto di Giulio Tremonti, Fortunato.

Bisignani: «Ti volevo solo dare un bacio, perché tra ieri che ti ha fatto arrabbiare Tremonti e mani su Vecchione, dico, fammi dare alla mia amica un bacio forte… Hai fatto bene a trattare a pesci in faccia Fortunato insomma sei stata proprio brava».

Gelmini: «Guarda ma non è finita Luigi, perché io non mi faccio trattare come Bondi, mi dispiace… Questo Fortunato è un cafone, maleducato e anche impreparato perché alla fine siccome non studia i dossier e non sa i tagli che ho fatto e i risparmi che ho fatto, lui si è permesso, dopo che io mi ero praticamente prostituita per costruirmi un rapporto con Tremonti, lui è andato a dirgli che io facevo la furba e stavo facendo emendamenti per moltiplicare e quindi figurati Tremonti no? È impazzito… Al che io gli ho detto: scusa siccome questa cosa la so perché c’era una persona amica quando le ha pronunciate… lui resta un capo di gabinetto, io sono il ministro, com’è che mi tratta come se fossi sua… non va bene e secondo me sbaglia anche Gianni».

Bisignani: «Sì certo».

Gelmini: «Cioè, tu capisci al netto del “casino berlusconiano”, però in qualsiasi organizzazione aziendale se una persona come Gianni Letta che è come l’amministratore delegato consente che un capufficio si comporti così, viene meno l’autorevolezza dell’amministratore delegato».

Poi tra le “signore” di “Gigi”c’è anche Daniela Santanché, quella che sarebbe stata aiutata da Bisignani per la nomina a sottosegretario (stando a quanto sostiene l’uomo d’affari).

La consigliera in tacchi a spillo di Berlusconi però non esce proprio bene (le danno della “cretina”) da una conversazione tra Flavio Briatore e Bisignani. Parlano del sottosegretario e al centro della discussione ci sarebbe Visibilia (concessionaria di pubblicità), la presunta gelosia di “Libero” e la scelta di rompere con la Santanché.

Proprio di Visibilia aveva parlato Bisignani anche ai pm: «La mia attività collaborativa, senza fini di lucro, a favore della Santanchè: in pratica feci stringere i rapporti tra lei e la famiglia Angelucci… In seguito questo rapporto si istituzionalizzò con una iniziativa che io stesso le consigliai, e cioè la costituzione di una vera e propria concessionaria di pubblicità denominata Visibilia, che poi è diventata la società che ha raccolto per circa un anno la pubblicità degli Angelucci».

Bisignani: Allora perchè tu lo sappia. Tu glielo dici che me l’hai detto e che se non era per me .. , quelli la facevano fallire per fatture false.

Briatore : Pensa te. Bisignani: E glielo puoi proprio dire. E lei lo sa benissimo. Dato che ci sono rimasto male. Gliel’ho chiesto, perché mi sembrava una cosa grave. Lei sà benissimo che se non fosse stato per il mio intervento, facevano fallire la società per bancarotta.

Briatore: Pensa tè, che cretina …

Bisignani: tant’è che lei ha dovuto addirittura pagare delle cambiali. Tre milioni e due di cambiali. No, no, diglielo, … perchè io veramente… E che, cavolo.

Briatore : No, no. Comunque non si merita un cazzo. Guarda. Non si merita un cazzo.

Bisignani: Ma diglielo proprio. E ti dico pure i particolari. Le persone che hanno fatto la trattativa, alle quali io ho chiesto in tutti i modi che trovassero un accordo e non facessero fallire la società. Al punto… addirittura.

Briatore: Loro sono usciti adesso, nò?

Bisignani: Eh cazzo. Sono usciti, ma per non far fallire la società. Con un buco pazzesco eh… Ma, roba da pazzi…

Briatore: La stessa roba con Preziosi, eh…

Bisignani: Ah. Pure? B r i a t o re : Se tu parli. Ti ricordi che Preziosi era socio… della sua società?

Bisignani: Assolutamente.

Briatore: Se tu parli con Preziosi. Perché io ho sentito la campana di Daniela. Preziosi ha detto: lei mi fregava i soldi, sai. Poi è una che io… (incomprensibile)… cinquanta. Alla fine lei utili non ce ne ha mai perché li prende dalla società.

Bisignani: Lo non sò… se li fregava o non li fregava perché io non ho mai avuto un centesimo… da niente. Detto questo mi sono battuto perché si trovasse una composizione… Quelli erano inferociti (incomprensibile)… Ti prego non facciamo casino. Poi hanno trovato una composizione.

Briatore: Però, sono brave persone gli Angelucci, mi sembra, no?

Bisignani: Si, ma comunque erano esasperati. Ma diglielo, perchè questa é una cosa grave, non la riferisse a nessuno perché se nò, mi incazzo.

Per il telefono di Bisignani è passata anche Michela Vittoria Brambilla, ministro del Turismo, che ben oltre le confidenze eccellenti si è beccata l‘etichetta di “mignotta”.

E’ il 12 settembre 2010, l’uomo d’affari è al telefono con il figlio Renato, appena tornato dopo una giornata all’autodromo di Monza a vedere il Gran Premio. Renato racconta al padre di aver incontrato il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, definendola “carina”.

Secondo quanto riferisce, il ministro gli avrebbe detto: “Peccato che suo padre non me l’ha detto, se l’avessi saputo mi sarei presa io cura di lei, le avrei fatto fare un giro”.

Poi continua dicendo di aver visto il figlio di Ignazio La Russa, ma di non averlo salutato “perché non mi piace per niente”. E chiede al padre: “La conosci la ministra rossa, quella del turismo?”.

E Bisignani risponde: “No, è una stronza, brutta, un mostro, mignotta come poche, la più mignotta di tutte”. E invece la Gelmini è di tutt’altra stoffa, almeno secondo Bisignani Jr: “Invece Stella devo dire, veramente carina”.


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luiss_smorgana