Consigliere regionale con i voti del centrosinistra e sindaco di Pozzuoli con quelli del centrodestra. E’ il classico “piede in due scarpe”, se non fosse che l’artefice di questa “truffa” politica, il dottor Pasquale Giacobbe, è anche irreperibile.
Quando finalmente la Regione Campania si è decisa, dopo mesi di ingresso in aula del doppiogiochista, a notificargli la decisione di espellerlo dal consesso per via del suo doppio incarico, Giacobbe si è dato alla fuga. Dagli uffici comunali è scomparso e anche dalla sua abitazione. Il messo notificatore non ha potuto far altro che accertarne l’assenza, l’irreperibilità.
«Macché assente, ero malato, cioè in ferie. E solo per una settimana e per questi ultimi tre giorni», dice il sindaco ricomparso magicamente e al momento giusto. La notifica, che adesso è stata ricevuta, è compiuta fuori tempo massimo e consentirà al sindaco di resistere nel seggio fino alla scadenza naturale del prossimo marzo.
Una truffa degna del miglior Totò, che supera di molto la più umile “arte di arrangiarsi”. La tecnica di Giacobbe riserva all’autore anche un altro premio. Da luglio, come la legge gli concede, pur consapevole della propria incompatibilità, ha optato di ricevere, tra le due buste paga in gara, quella più pesante: quella cioè da consigliere regionale. A cui è stato chiamato nel maggio scorso in sostituzione di un suo ex compagno di partito, Roberto Conte, destituito perché condannato.
Giacobbe si era candidato nel 2005 con la Margherita, ed è subentrato grazie ai voti raccolti sotto quel simbolo quando il suo tragitto politico aveva già mutato segno. Nel 2008, grazie al sostegno del centrodestra, era infatti stato eletto a sindaco di Pozzuoli. La bigamia politica è dura portare avanti, ma Giacobbe deve resistere: un po’ al Comune un po’ al consiglio regionale; un po’ di destra e un po’ di sinistra. Quando il suo nuovo partito ha comunicato la decisione che i sindaci, nel caso vogliano sottoporsi alla prossima gara regionale, devono assolutamente dimettersi dalla carica di primo cittadino, lui non ha fatto una piega. Non solo non si è dimesso da sindaco, ma ha reso difficile anche la ricezione della notifica della Regione Campania per quel secondo incarico. Scomparso.
I furbi alla fine vincono sempre: il partito di Berlusconi gli concederebbe, nel caso voglia, di candidarsi al consiglio regionale senza doversi dimettersi. Le regole insomma sono fatte per essere derogate.
