Draghi onnipotente o quasi nella narrazione che lo vuole l’unico in grado di riformare, letteralmente dare nuova e diversa forma, il sistema socio economico italiano. Draghi onnipotente o quasi perché l’unico o quasi dotato della forza che gli viene dalla credibilità di cui gode nella Ue e sui mercati finanziari, Draghi dotato di una forza politica mai vista o quasi in Italia perché lui è la garanzia che arrivino i 200 miliardi della Ue e rimangano bassi i tassi del debito italiano. Draghi che quindi nessuno lo ferma…Non è vero, a questo giro lo hanno fermato in tanti.
Ambulanti assai stanziali
Il commercio ambulante, o meglio chi lo esercita, si tiene la medesima forma che aveva prima e ferma, eccome se ferma, Draghi qui riformista immaginario. Licenze e concessioni del commercio ambulante non vanno a gara, continua a restare in vigore il principio secondo cui chi ha occupato un posto se lo tiene. Se lo tiene per diritto di…occupazione. E anzianità di occupazione. Idee quali liberalizzare l’accesso, aprire gare, sottoporre a concorrenza le attività viene visto come attentato e quindi respinto.
Notai territoriali
Consentire ai notai di operare fuori dai confini regionali? Non sia mai: i cinquemila notai hanno fermato Draghi. Ad ogni notaio il suo “feudo” territoriale e che sarà mai questa idea eversiva dei notai che si sporcano le mani con la concorrenza?
Farmacisti si tengono la fascia
I farmaci di fascia C restano in farmacia. E non altrove. Anche sui banconi delle farmacie una fermata per Draghi.
Stabilimenti balneari, vince il come stiamo, stiamo
Gestori di stabilimenti balneari si tengono, ovviamente, le rispettive concessioni. Confermano che nessuno le sfiora almeno fino al 2033. Una dilazione temporale per dar loro tempo di ammortizzare investimenti prima di mettere a gara le concessioni stesse? E’ almeno dal 2007 che data la proroga. Proroga a vita e proroga di fatto del nulla: gli stabilimenti balneari restano esenti dal quel che considerano il virus, il sopruso dell concorrenza. Draghi riformista fermato sul bagnasciuga.
E forse anche i tassisti…
I tassisti si sono subito allarmati, non figurano nell’elenco ufficiale delle attività esentate dalla concorrenza. Hanno letto di possibili regolazioni che tengano conto dell’esistenza delle attività economiche e sociali via web e hanno indetto mobilitazione. Forse anche i tassisti fermano Draghi e mettono la concorrenza all’ultimo posto nella fila al posteggio.
Draghi riformista riluttante
Qualcuno all’indomani scrive quella di Draghi sia stata astuta navigazione nell’evitare ogni rotta incerta e ogni porto non amico e ogni onda alta. Ma ad introdurre concorrenza nelle attività economiche senza introdurre concorrenza son buoni tutti, non ci vuole un Draghi. Che sia stata scelta o subita, sulla rotta della concorrenza la navigazione di Draghi è stata rinunciataria e sotto costa, proprio come ha fatto ogni governo italiano di quelli succe4dutosi per decenni. Nella migliore delle ipotesi Draghi ha preso atto che nel paese c’è qualcosa di più forte di lui e di ciò che lui rappresenta: il sistema socio economico che non ha alcuna intenzione di cambiare i suoi connotati.
Il No della Lega, un No nazionale
E non è stata solo la Lega ad opporsi a quote di concorrenza nelle attività economiche. Scaricare sulla Lega ciò che Draghi non ha potuto è offrirsi una spiegazione limitata e superficiale del perché Draghi non ha potuto. A difesa e protezione dello statu quo nel commercio, nel business delle spiagge, delle attività notarili e dei tanti altri assetti consolidati di molte categorie sono stati di fatto anche il Pd, M5S, Fratelli d’Italia.
E, quando hanno potuto e là dove contano qualcosa, i sindacati. Pd e M5S fanno e faranno di tutto per esentare e sottrare a concorrenza le aziende pubbliche e semi pubbliche che hanno in pugno e pegno grazie a governi comunali e regionali. Il No della Lega alla concorrenza è solo il più esplicito di un No davvero nazionale.
Draghi porta alla Ue una legge vuota, speriamo facciano finta di crederci
Un potere però Draghi ce l’ha: presenta alla Ue una legge sulla concorrenza vuota di concorrenza. La Ue aveva chiesto esplicitamente di introdurre quote di concorrenza perché ritiene che concorrenza stimoli produttività, prodotti, servizi e Pil e quindi i soldi prestati o investiti in Italia siano ben messi anche in relazione a quanto il sistema Italia si apra a vera concorrenza.
Alla sua richiesta esplicita e puntuale la Ue ottiene risposta vaga e anche un po’ vacua. Il potere di Draghi è quello per cui forse la Ue farà finta di crederci che è una riforma, anche se non lo è. Per ragion di Ue, Draghi e la Ue faranno finta di credere che in Italia è stata introdotta un po’ di concorrenza in più. Ma la realtà è che il sistema politico e sociale, le categorie e le loro rappresentanze considerano in Italia la concorrenza come una cattiva e maligna parola, un pericolo, un’insidia ai diritti e posti acquisiti.