ROMA – Giochi di potere al governo. Renzi ha dato il primo altolà al suo successore. Salta infatti l’accordo tra Gentiloni e Forza Italia su un pacchetto di nomine che doveva servire per stabilizzare il governo e la legislatura, garantendo una maggiore “tranquillità” al Senato dove la maggioranza ha numeri scarsi. Ma su questo pacchetto si consuma la prima tensione tra il premier in carica e il suo predecessore.
Oggetto della diatriba sarebbe la nomina di un forzista, Vito Di Marco, all’Agicom. Mercoledì si voterà, infatti, per eleggere un nuovo membro dell’Agcom e solo allora capiremo se il nome di Di Marco è ancora salvabile.
Ma chi è Vito Di Marco? “Un professionista equilibrato e competente. Uno che risolve i problemi” così viene descritto dagli ex Ds e dai tanti che l’hanno conosciuto negli anni della transizione italiana dalla vecchia tv analogica alla televisione digitale.
Dal 2005 al 2012, con diversi ruoli ha collaborato a gestire il passaggio tecnologico della televisione italiana: prima lavorando a DGTVi, l’Associazione di Rai, Mediaset, Telecom Italia e tv locali, cabina di regia del settore industriale, poi per il Governo Italiano presso il Ministero delle Comunicazioni e quello dello Sviluppo Economico.
Nel 2006 viene nominato dal Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, coordinatore del gruppo di lavoro “Assistenza utenti” del Comitato Nazionale Italia Digitale, organismo creato dal Governo per gestire insieme alle aziende televisive ed alle Regioni italiane tutte le fasi dello Switch off.
Nel 2009, il successivo Governo, con Paolo Romani Vice Ministro alle Comunicazioni, gli conferisce l’incarico di Coordinatore Aree Digitali, in pratica diventa il project manager del Governo per tutte le attività necessarie al passaggio alla televisione digitale. Completato lo Switch off, dal 2012 svolge attività di consulenza per numerose aziende private ed Enti pubblici nel settore radiotelevisivo e delle Telecomunicazioni (Fondazione Ugo Bordoni, Regione Umbria, Open Sky, Fondazione Cinema, Tivu srl, Findim Group).
In precedenza ha lavorato in Rai, come giornalista e conduttore radiofonico e alle sede di Bruxelles di Telecom Italia. Di Mauro ha scritto articoli e saggi per L’Unità e Limes.
E fino al 2002 ha svolto un’intensa attività politica nelle fila, proprio, del Partito Democratico di Sinistra, prima a Salerno, terra di origine, poi a Bologna, dove è stato dirigente e funzionario della locale Federazione del partito.