E’ gelo tra la Lega e il neo ministro per l’attuazione del federalismo, Aldo Brancher. A una settimana dalla sua nomina, Brancher ha sollevato il legittimo impedimento nel processo Bpi e la Lega è salita sul piede di guerra. Come riporta oggi La Repubblica, alla diplomazia dei vertici (Bossi ha detto: “Non so niente, chiedete a Brancher”) si accompagna il nervosismo della base del Carroccio. Insomma si starebbe diffondendo l’idea non solo che la nomina di Brancher sia stata fatta per salvare il neo ministro da un processo, ma che la mossa in casa Pdl sia stata fatta addirittura all’insaputa di Umberto Bossi. Una truffa, insomma. E infatti La Repubblica riporta la frase di un leghista che chiesto l’anonimato e che dice: “Quello che è successo in questi giorni potrebbe trasformarsi in una piaga non cicatrizzabile, c’è molta fibrillazione e tra noi si sta diffondendo la sensazione che Bossi in questa storia sia stato truffato”.
“Certo che viene da pensare male – afferma Paolo Grimoldi della Lega- Ma ognuno si sceglie i suoi uomini, il Pdl i suoi e noi i nostri. E come loro non sono legittimati a porre veti sui nostri, anche noi non lo facciamo coi loro”.
Già alla Lega non era andato giù che Berlusconi avesse nominato un ministro per il federalismo. Umberto Bossi aveva espresso chiaramente da Pontida tutta la sua disapprovazione dicendo: “C’è un solo ministro per il federalismo e quello sono io”. Poi, adesso che si è capito anche il motivo per cui Brancher è stato nominato a sorpresa ministro, la rabbia aumenta. A dare il senso dell’umore della Lega in questo momento è il prode Matteo Salvini che dice: “Visto come Bossi ha reagito a Pontida, forse non era così al corrente di tutto… “. Cioè: forse Bossi non sapeva perché Brancher è stato fatto ministro. E molti, secondo quanto scrive La Repubblica, all’interno del Carroccio dicono che a Bossi non solo non è piaciuta la nomina in sè di Brancher ma non avrebbe digerito soprattutto che la sua decisione sia venuta dall’alto.