Elezioni amministrative ottobre, boom di liste, Letta prova a Siena senza simbolo Pd ma con una vasta coalizione
Elezioni amministrative del 3-4 ottobre, boom di liste che si chiuderanno formalmente sabato 4 settembre. Dentro c’è di tutto: attivisti, Miss, comici, sardine bolognesi. Sono le prime elezioni dell’’era Draghi. Dovevano svolgersi a fine maggio ma a causa della situazione Covid sono slittate di sei mesi.
E sono elezioni di spessore perché coinvolgeranno 20 comuni capoluogo (tra cui Roma, Milano, Napoli, Torino,Trieste, Bologna) e 14 di provincia. Importanti alcuni sindaci uscenti come le pentastellate Chiara Appendino (che ha annunciato di non ricandidarsi) e Virginia Raggi. Come i pidiessini Sala, Gnassi ( Rimini ). In uscita anche tre sindaci da copertina: Mastella ( Benevento ), de Magistris (Napoli ), Merola ( Bologna ).
Per fare spazio alla sardina Mattia Sartori, il Politburo felsiineo non ha candidato due nomi forti, da sempre legati al Pd. Qullo del vice sindaco Alberto Aitini. E quello di Virginia Gieri, tre figli, ragusana di nascita ma a Bologna dall’età di due anni. Dunque spazio alla retorica delle Sardine in alleanza col M5S nel Pd, a scapito delle minoranze.
Sartori nel 2019 avrebbe potuto prendere una barca di voti. Ma oggi? Il vento è cambiato. E Carlo Calenda ha “demolito“ la stampella del Pd tuonando:” Sartori? È solo un ragazzotto senza arte né parte “. E ha invitato Letta “ a dargli una pedata nelle chiappe “. Testuale.
A proposito di Enrico Letta che corre per il seggio uninominale di Siena senza il simbolo del Pd. Il seggio che fu di Pier Carlo Padoan, ex ministro dell’economia e delle finanze nei governi Renzi e Gentiloni. Apriti cielo! Salvini ha acceso una facile miccia sostenendo che Letta si vergogna del suo partito. E annuncia battaglia su uno dei temi più caldi in vista del voto: il futuro (incerto, nebuloso) del Monte dei Paschi.
Letta chiede che il governo incontri i sindacati, Salvini replica con un tour senese per illustrare la proposta della Lega per rilanciare la banca e scongiurare i licenziamenti. Anche Giorgia Meloni stronca Letta. Ci sta. Letta conta sulla “vasta coalizione“ che comprende, oltre al Pd, anche il Movimento 5 Stelle, Mdp-Articolo 1 e Italia Viva.
Ma che dicono i dem senesi? È tutto ok. Non ci vedono nulla di strano. È un progetto nuovo, la somma di partiti che “vogliono andare oltre ed aprirsi a tutti“. Sì, ma le turbolenze che stanno alimentando il Monte dei Paschi stanno già incendiando la campagna. Ne vedremo delle belle.