ROMA, 5 OTT – Prima di decidere se confermare o meno la vittoria elettorale di Roberto Cota in Piemonte, il giudice amministrativo dovrà attendere l’esito del procedimento per falso del Tribunale civile sulla lista di Michele Giovine. Lo avrebbe deciso – si apprende – la Corte Costituzionale, dichiarando infondato il ricorso del Consiglio di Stato.
Il verdetto della Consulta darebbe più chance a Cota di portare a termine il suo mandato, tenuto conto che la giustizia amministrativa potrà decidere sulla contesa elettorale avviata dall’ex presidente Bresso solo all’esito del lungo processo civile per falso. Nel lamentare, tra l’altro, la lesione della ragionevole durata del processo, il Consiglio di Stato aveva chiesto alla Corte di bocciare le norme che non consentono al giudice amministrativo di valutare autonomamente la falsità di un atto elettorale.
L’intricata vicenda elettorale del Piemonte ruota attorno all’accertamento della validità delle 27mila firme della lista Pensionati per Cota raccolte da Michele Giovine, che ha contribuito alla vittoria del presidente leghista raggiunta per uno scarto di soli 9mila voti. Lo scorso giugno Giovine è stato condannato in sede penale, in primo grado, a due anni e otto mesi per aver inserito in lista candidati senza il loro stesso consenso o addirittura a loro insaputa. Se la giustizia amministrativa dovesse attendere il verdetto in sede civile prima di pronunciarsi – era la tesi del Consiglio di stato supportata ieri davanti ai giudici costituzionali dai legali di Mercedes Bresso – la legittimità delle elezioni verrebbe ristabilita troppo tardi, forse anche a conclusione della consiliatura Cota. I giudici della Consulta, presieduti da Alfonso Quaranta, si sono riunioni stamane in camera di consiglio e hanno dichiarato la questione non fondata. Le motivazioni della decisione saranno scritte da Paolo Grossi e saranno depositate tra un mese circa.
