Elezioni regionali: il 5% dell’Udc. Talvolta pesa, talvolta no

L’Udc di Pier Ferdinando Casini  puntava ad essere il vero ago nella bilancia di queste elezioni regionali. A conti fatti, però, si può parlare di una missione riuscita solo in parte. Guardando ai numeri, in effetti, il risultato del “polo centrista” non è entusiasmante: complessivamente, nelle tredici regioni, gli uomini di Casini hanno preso poco più di un milione e duecentomila voti pari al 5.77% del totale.

Nelle regioni dove è andato da solo, in particolare, l’Udc si è confermato intorno al 5% delle preferenze mentre ha inciso di più nelle coalizioni e soprattutto al sud.  La strategia di allearsi con il vincitore, però, non ha sempre funzionato. È andata male, per esempio, in Piemonte dove il patto con Mercedes Bresso ha sbattuto contro l’irresistibile avanzata di Roberto Cota e soprattutto contro l’inatteso 4% del Movimento a 5 stelle di Beppe Grillo. E, a conti fatti, sono stati proprio i grillini a favorire indirettamente la vittoria del centrodestra.

Vittoria per l’Udc, invece, nel Lazio dove gli uomini di Casini hanno sposato dalla prima ora la causa di Renata Polverini. I centristi sono stati decisivi: la sindacalista ha preso poco più di due punti in più della Bonino e l’Udc ha portato in dote un 6.1% che ha deciso la partita.

Nelle Marche i centristi si sono schierati con il  governatore uscente, Gian Mario Spacca del centrosinistra. Il loro apporto (5.8%) non è però risultato decisivo: Spacca ha dato 13 punti al suo avversario e quindi avrebbe vinto anche senza Udc.  Discorso analogo per la Basilicata dove Vito De Filippo con il 60% dei voti non avrebbe avuto bisogno del 7% dell’Udc.

La Liguria, invece, è un caso limite. L’Udc ha preso il 3.7% dei voti. Pochi ma forse decisivi: Burlando ha vinto di 4 punti ma cosa sarebbe successo se l’Udc avesse corso da solo? Discorso simile, ad alleanza invertita, in Campania dove l’Udc ha portato 9 degli 11 punti con cui il centrodestra di Stefano Caldoro ha conquistato la Regione.

Ininfluente, invece, il 10% dei voti portati dal partito di Casini al centrodestra in Calabria dove la divisione tra Pd e Udc ha reso facilissimo il compito a Giuseppe Scopelliti.

Nelle altre sei Regioni, (Toscana, Emilia Romagna, Umbria, Puglia, Veneto e Lombardia), l’Udc si è presentato in solitudine e l’unica zona dove la scelta ha in parte inciso è la Puglia dove l’8% di Adriana Poli Bortone sommata ai voti di Rocco Palese avrebbe potuto spostare l’assetto.

A conti fatti, insomma, per essere una forza decisiva l’Udc ha pesato fino a un certo punto. Di sicuro ha inciso solo nel Lazio. In parte ha condizionato gli esiti di Puglia, Liguria e Calabria. Tanto rumore per quasi nulla.

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luiss_vcontursi