MILANO – Non fu Nicole Minetti, non fu neanche Emilio Fede. Nessuna notizia recente, invece, da Lele Mora, ma in passato parecchie smentite a riguardo. Cosa non hanno fatto i tre indagati del processo Ruby? Non hanno portato Ruby ad Arcore. Così dicono tutti e tre scrivendo memorie, dichiarando ad avvocati e pm la propria innocenza e parlando alla stampa.
La prima, solo un paio di giorni fa, è stata Nicole Minetti. Gioco d’anticipo e d’astuzia, la consigliera della Regione Lombardia ha mandato in procura una memoria di 12 pagine. In cui, sintetizzando, dice di non essere stata lei a portare la minorenne marocchina a casa del premier Berlusconi e di non aver mai tratto alcun beneficio dall’eventuale prostituzione della ragazza.
Apriti cielo, appena si diffonde la notizia Emilio Fede, coindagato, risponde a caldo. La ricostruzione della Minetti e del suo avvocato Daria Pesce “è da psichiatra” sostiene il giornalista. Poi anche Fede ha sentito il bisogno di rispondere con gli stessi mezzi. Passano 48 ore e le agenzie diffondono la nota ufficiale degli avvocati: ”Emilio Fede non accompagnò mai Ruby ad Arcore”, scrivono i legali Nadia Alecci e Gaetano Pecorella in relazione a quanto pubblicato dalla stampa sul fatto che sia stato Emilio Fede a “portare” Ruby a Villa San Martino. I due legali sottolineano che ”tale circostanza è falsa e priva di qualsivoglia fondamento, come emerge chiaramente dagli atti processuali e come più volte precisato anche dai legali del presidente Berlusconi e dalle indagini difensive svolte e depositate dalla stessa difesa”. Sia Minetti che Fede fanno esplicito riferimento agli atti del processo: dalle carte, dalle prove insomma, non emergono loro responsabilità.
Il 3 maggio sapremo cosa ne pensa invece la procura di Milano: in quel giorno è prevista la richiesta di rinvio a giudizio per i tre. E se il giudice accoglierà la richiesta dei pubblici ministeri, allora vorrà dire che le carte diranno qualcosa in più di quanto sostengono Minetti e Fede.