
Enrico Letta e i 23 voti. Perché ha il Pd portato a schiantarsi la legge Zan FOTO ANSA
Dicono franchi tiratori, anche nei Tg. Non sanno (accade spesso) quel che dicono: i franchi tiratori sono tali quando una legge passa o non passa per uno, due, tre voti di differenza. Quando il No alla legge conta 23 voti di margine non sono stati “franchi tiratori”, cioè cecchini politici nascosti, è stata invece la legge non in grado di far maggioranza. Ventitré voti sono tanti, davvero tanti coma sa ognuno che sappia un minimo di vita parlamentare.
Ventitré voti di differenza non si subiscono per mano di franchi tiratori e traditori, 23 voti sono la misura di un calcolo politico sbagliato. E nemmeno c’è stata vera sorpresa: che i numeri al Senato per la legge Zan in versione originale non ci fossero Enrico Letta segretario del Pd era stato avvertito più e più volte anche in pubblico. E allora perché Letta ha portato la legge Zan a schiantarsi in Senato pilotando diritto contro un muro?
Prima ipotesi: l’incapacità parlamentare
Suggestiva l’idea che Enrico Letta e i capigruppo parlamentari del Pd non conoscano l’alfabeto della vita parlamentare e non sappiano far di conto politico (e anche aritmetico). Suggestiva ma assai improbabile se non del tutto implausibile. Certo può accadere di confondere le aspirazioni con la realtà e questo può indurre a rischiare, ma sbagliare di 23 voti è sbaglio così consistente da escludere nasca da incapacità di calcolo.
Seconda ipotesi: in Letta un po’ di Machiavelli
La sinistra del partito, la sinistra dello schieramento, la sinistra dei diritti allargati, la sinistra dei senza se e senza ma mi chiede di portare al voto ius soli, legge Zan…Se non lo faccio l’accusa è di pavidità politica e di cedimenti al moderatismo. Quindi…la porto al voto la legge Zan. Se passa, un trionfo di audacia. Se non passa, come purtroppo so, comunque non diranno che non ho tentato e potrò dire che la strategia del senza se e senza ma porta allo schianto. Letta può aver ragionato così.
Terza ipotesi, politicissima: vi faccio vedere come stanno le cose per il Quirinale
Nel Pd e un po’ in tutta la sinistra, aggregando per l’occasione M5S di Conte alla sinistra, c’è una strana idea per cui sarà questo schieramento ad esprimere e scegliere il futuro presidente della Repubblica. Ecco quindi che il voto al Senato sulla legge Zan mostra, gelida secchiata di realtà, quali sono i rapporti di forza: Pd più M5S e Leu sono minoranza tra i mille circa che eleggeranno il Capo dello Stato. Quindi lo schianto pilotato come terapia di realismo applicata da Letta allo schieramento.
Quarta ipotesi, l’identità di genere
La quarta ipotesi sul perché Enrico Letta abbia pilotato legge Zan verso lo schianto è di natura culturale, ideologica e politica insieme. La legge Zan doveva costruire maggiore protezione legislativa per il mondo omosessuale. E questa protezione doveva intervenire mediante specifica punizione dei reati di odio verso l’omosessualità e gli/le omosessuali/e. Ma si è voluto aggiungere, anzi farne una bandiera, anzi farne una condizione sine qua non, una istanza che veniva principalmente se non esclusivamente dal mondo trans.
L’istanza, il diritto da fondare a vantaggio dei trans era l’identità di genere. E cioè la definizione (identità) del proprio genere slegata da ogni dato anagrafico o anatomico, sciolta da ogni dato oggettivo e consegnata tutta nella scelta, anche mutevole e contingente, dell’individuo. Con l’obbligo però per la società e lo Stato di adeguarsi di volta in volta alla percezione di genere del singolo individuo.
Cultura, ideologia e politica hanno portato il Pd a credere che una società civile prontissima a considerare (a maggioranza) gay e lesbiche non solo cittadini a tutto titolo ma anche soggetti sociali meritevoli di protezione legislativa contro i reati di odio, fosse per questo disponibile e convinta a trasformare in diritto assoluto e primario quella che è una istanza di lobby. Lobby senza accezioni negativa, ma pur sempre lobby. Risultato: l’ostinazione politica per un presunto meglio ideologico (identità sempre fluida per i trans peraltro pochi) ha prodotto un concreto danno per i (molti) cittadini omosessuali.