ROMA – ''Il Pd e' aperto a discutere proposte del Governo sul tema delle pensioni, ma in questo momento vedo due posizioni di partenza che trovo sbagliate: Alfano chiede di agire sulle anzianita' per ricavare risorse con cui ridurre il taglio dei trasferimenti agli enti locali, mentre la Lega e il ministro Sacconi hanno preso una posizione conservatrice assoluta. Cosi' non si va da nessuna parte''. A dirlo, in un'intervista al Sole 24 Ore, il vicesegretario del Pd Enrico letta, che propone un'eta' di pensionamento flessibile tra i 62 e i 70 anni.
Ferma restando l'apertura al confronto sulla previdenza, ''la proposta deve arrivare da chi in questo momento ha il controllo dei conti'', precisa Letta. ''E comunque prima di affrontare il nodo delle pensioni per gli italiani bisogna accelerare il superamento del sistema attuale dei vitalizi dei parlamentari''.
Il Pd vorrebbe ''ripartire dalla riforma Dini per recuperare la flessibilita' in uscita in un range tra i 62 e i 70 anni, perche' sappiamo che in Europa e' una variabile cruciale l'eta' effettiva di pensionamento'', afferma Letta. ''Certo poi si potrebbe discutere l'accelerazione del passaggio al contributivo pieno''.
I risparmi, spiega, ''potrebbero essere usati per affrontare due temi: quello del rafforzamento dei rendimenti previdenziali dei giovani, oggi obbligati ad affrontare percorsi professionali discontinui, e quello dell'inclusione delle donne nel mercato del lavoro''.
Il sistema contributivo, prosegue l'esponente democratico, ''da solo non risolve tre grandi squilibri che si sono evidenziati negli ultimi anni: la bassa crescita della nostra economia; la crisi occupazionale dei giovani italiani; e l'allungamento della speranza di vita. Questi tre elementi hanno rimesso in discussione gli equilibri che pensavamo di aver raggiunto con la riforma Dini e i successivi aggiustamenti. Questa – sottolinea – e' una verità da cui bisogna ripartire''.
