Il sottosegretario Gianni Letta ha ricevuto a Palazzo Chigi i sindacati e i rappresentanti del gruppo per cercare di risolvere la spinosa vertenza Omega-Agile (ex Eutelia).
I rappresentanti dell’azienda con una comunicazione scritta alla presidenza del Consiglio hanno ammesso di non aver rispettato l’impegno di pagare gli stipendi arretrati entro il 5 dicembre assunto nella riunione del 26 novembre. A questo punto i rappresentanti dei sindacati confederali e di categoria hanno deciso di rimanere a oltranza nella sala Verde al terzo piano di Palazzo Chigi, “occupandola” dopo che Letta ha dichiarato chiusa la riunione. Sono presenti rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Fiom, Fim, Uil, Ugl-Metalmeccanici, Slc-Cgil, Fiscal, Uilcom e Federmanager.
«Le parti sociali hanno auspicato che il tribunale fallimentare prenda in considerazione tutte le istanze presentate dal gruppo Eutelia-Omega-Phonemedia», mentre Gianni Letta «ha ribadito l’impegno del governo affinché la pubblica amministrazione confermi gli impegni assunti con il gruppo da committenti e fornitori. Ha inoltre rivolto un invito che altrettanto facciano le aziende private. Analogo appello il governo, su invito del sindacato, rivolgerà ad enti locali e sistema del credito, affinché assumano tutte le iniziative tese ad alleviare le condizioni di disagio dei lavoratori».
Intanto, i lavoratori si sono ritrovati in sit-in davanti alla galleria Alberto Sordi: «Non abbiamo grandi speranze che da questo incontro esca fuori la soluzione alla vertenza – commenta un dipendente – ma siamo presenti in massa e ci faremo sentire. È importante che le istituzioni ci siano vicine anche perché il 23 dicembre il tribunale fallimentare deciderà se commissariare la nostra azienda. E questo comporterebbe il blocco della procedura di licenziamento iniziato il 22 ottobre scorso. La pubblica amministrazione, quindi, non deve bloccare le commesse che sono già in atto».
Il numero dei lavoratori a rischio si aggira intorno ai 1.800: l’ex Eutelia da mesi hanno iniziato la lotta per evitare un licenziamento di massa camuffato da una cessione di ramo d’azienda alla società Omega-Agile.
Come ultima azione, i dipendenti hanno deciso di occupare le sedi di Torino, Ivrea, Pregnana Milanese, Napoli e Roma.
