
Fase 2, ressa e rissa all'uscita: scuola no, Bingo date, under 18 a guinzaglio, secessione sanitar-leghista... (Foto d'archivio Ansa)
ROMA – Fase 2, ressa e rissa all’uscita. Si potrebbe dire: caos. Ma sarebbe troppo semplice e ingeneroso verso quello che il sistema Italia sta organizzando per l’uscita dalla Fase 1 del contagio, non è semplice caos, il caos si produce indipendentemente dalla volontà , per questo si chiama caos.
Al contrario, la ressa e la rissa all’uscita sono volute, organizzate. Portare l’Italia alla Fase 2 sembra impresa pari a quella di portare a casa dell’acqua tenendola in una busta di plastica con tanti buchi, semplicemente…non si tiene.
L’altro giorno il Governatore della Lombardia Fontana, annunciando “La via lombarda alla libertà ”, non escludeva la riapertura delle scuole. Era in fase sponsorizzazione di se stesso e quindi non voleva apparire di braccino corto. Ieri la ministra Azzolina ha chiarito l’ovvio: le scuole In Italia non riaprono a maggio.
Ma Lombardia, Veneto, Piemonte e Friuli sono sempre e del tutto Italia? E’ in atto da quando è cominciata l’epidemia una studiata e voluta secessione sanitar-leghista. Guidata dalla Regione Lombardia.
Sempre la Regione Lombardia ha esaltato non solo il far da sé ma soprattutto il fare contro e a dispetto di quel che fa il governo nazionale. Fontana e Gallera hanno attribuito a Roma, alla Protezione Civile, comunque agli altri sbagli, ritardi e incapacità varie.
Esaltando invece se stessi, la propria organizzazione, la propria iper autonomia. Ci facciamo il nostro ospedale, il nostro tampone, la nostra mascherina, i nostri test sierologici, la nostra app…E ora il nostro calendario per la Fase 2.
Il bilancio del far da sé della Regione Lombardia è impietoso in termini di contagiati e morti. Peggio che impietoso in termini di ordini e disposizioni impartiti alle Rsa. Le voci sicuramente all’attivo sono quelle che riguardano la quantità di propaganda.
E propaganda massima è quella di schierare le quattro Regioni a trazione leghista in una sorta di secessione sanitaria. Lombardia, Veneto, Piemonte e Friuli vanno a caccia di consenso alzando la bandiera del riapriamo subito, al più presto, e se del caso riapriamo da soli.
La riapertura di fabbriche e uffici e case non su tutto il territorio nazionale sarebbe un atto di ostilità di Regioni verso Regioni.
La responsabilità di considerare il contagio tale da poterci convivere non può che essere nazionale, non può essere una Regione o l’altra a dire: per me quel che è calato basta, il resto son fatti vostri. Non può essere una Regione a dire: nelle mie fabbriche e uffici c’è la sicurezza, lo garantisco io.
Non può essere ma è: si fa politica, propaganda. L’unica cosa che il ceto politico tutto sappia fare, l’unica cosa che fa, anche in tempi di coronavirus.
Propaganda e spalle coperte, mai prendere una decisione senza coperture: task force a spiovere, che generano tavoli, che sono commissioni…il governo Conte e la politica che lo appoggia cerca di salvare la capra della protezione dal virus e i cavoli della sopravvivenza economica.
La formula magica per salvare capra e cavoli non c’é e il governo e la politica restano ipnotizzati da questa assenza.
Quindi ressa e rissa all’uscita. Il Bingo delle date: Patuanelli ministro ne lancia un’altra, il 22 di aprile per la moda, per la moda e l’auto? Scuola no, non se ne parla, sarebbe il libera tutti.
Una ministra vuole riaprire i parchi ai bambini, ma non ai nonni. Cerca quindi volontari che guardino parchi e bambini. Con tutta evidenza comizia e non progetta.
Under 18, giunge, si affaccia ipotesi che all’uscita saranno tenuti a guinzaglio: niente assembramenti e grupponi. Chi controllerà e reprimerà l’esuberanza under 18? Chiacchiere, purtroppo loro in libertà . Comunque si trasvola da anziani in casa sine die al guinzaglio per under 18. Ognuno si inventa la sua, nulla è vero e nulla è falso.
Ogni Regione, Comune, ogni mini Repubblica si sporge a salutare con la manina nel grande video del coronavirus. E non solo ogni Regione, Comune, ministro, capo partito…Anche ogni ramo e settore d’industria e di impresa, ogni categoria, ogni associazione.
Tutti, proprio tutti, hanno segnalato al governo che la loro attività è speciale, diversa, fondamentale per la Nazione, il Pil, e quindi va trattata meglio e prima di ogni altra attività . Tutti , tutta Italia, di Palazzo e di popolo, di ogni Palazzo e di ogni popolo, partecipa alla rissa e si affolla in ressa all’uscita.
