ROMA – Stefano Fassina, responsabile economia del Pd, spara a zero su Mario Monti, che
“lascia al prossimo governo manovre da fare per 1,4 punti percentuali di Pil all’anno a partire dal 2015”.
Ci sarebbe da dire: meglio tardi che mai, visto che è quanto si scriveva giù più di un anno fa e visto anche che per mesi il Pd ha approvato a scatola chiusa tutto quello che Monti ha proposto, e si è girato dall’altra parte davanti agli scempi compiuti dal Governo, che ha coperto incompetenza e approssimazione e cattiva esecuzione sotto la scudo della volonta della Europa. Ha detto ancora Stefano Fassina, dimenticando quello che diceva di prospettive di Governo con Monti solo tre mesi fa:
”I dati e le previsioni del Def 2013 confermano l’insostenibilità della linea di austerità cieca e di svalutazione del lavoro prevalente nell’euro-zona e la necessità di portare avanti la correzione di rotta avviata, seppur tardivamente, con il decreto per i pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni verso le imprese”.
”Il Def 2013, discusso mercoledì 10 aprile in Consiglio dei Ministri, contiene un’amarissima sorpresa: Monti lascia al prossimo governo manovre da fare per 1,4 punti percentuali di Pil all’anno a partire dal 2015. Nonostante i toni trionfalistici della conferenza stampa e gli slogan delle slides di sintesi del Documento di Economia e Finanza, la drammatica verità è che, nelle pur ottimistiche previsioni del governo Monti, il 2013 si chiuderà con un debito pubblico di 10 punti percentuali di Pil in più rispetto al 2011 e ulteriori e pesanti manovre di finanza pubblica da fare per portare il bilancio al pareggio strutturale. Alle manovre previste nel Def 2013, si aggiunge l’assenza di risorse per gli interventi urgenti e necessari per i prossimi mesi, lasciati scoperti dalla Legge di Bilancio approvata a dicembre scorso”.
