Feltri contro Fini “schiera” le profezie della Fallaci: “Come Togliatti, farà sponda alla sinistra”

Gianfranco Fini

Vittorio Feltri per attaccare Gianfranco Fini usa Oriana Fallaci. Il direttore de “Il Giornale” resuscita la scrittrice facendola diventare veggente sui “tradimenti” del presidente della Camera, che la Fallaci nel 2004 nel libro “La forza della ragione” paragonò a Togliatti.

“Lei mi ricorda Palmiro Togliatti – scrisse la Fallaci – il comunista più odioso che abbia mai conosciuto. (…) Come Togliatti è capace di tutto. Come Togliatti è un gelido calcolatore e non fa mai nulla, non dice mai nulla che non abbia ben soppesato ponderato per sua convenienza. (…) È un furbone. Un maestro nel tenere i piedi in due staffe”.

E poi ancora scatenata: “Dirige un partito che si definisce di Destra e gioca a tennis con la Sinistra. Fa il vice di Berlusconi e non sogna altro che detronizzarlo, mandarlo in pensione. Va a Gerusalemme, con la kippah in testa, piange lacrime di coccodrillo allo Yad Vashem, e poi fornica nel modo più sgomentevole coi figli di Allah. Vuole dargli il voto, dichiara che “lo meritano perché pagano le tasse e vogliono integrarsi anzi si stanno integrando”. Quando ci sbalordì con quel colpo di scena ne cercai le ragioni. E la prima cosa che mi dissi fu: buon sangue non mente. Pensai cioè a Mussolini che nel 1937 (l’anno in cui Hitler incominciò a farsela col Gran Muftì zio di Arafat) si scopre «protettore dell’Islam» e va in Libia dove, dinanzi a una moltitudine di burnus, il kadì d’Apollonia lo riceve tuonando: “O Duce! La tua fama ha raggiunto tutto e tutti! Le tue virtù vengono cantate da vicini e lontani!”. Poi gli consegna la famosa spada dell’Islam”.

Poi la giornalista conclude: “Signor Fini, ma perchè non si presenta come capolista dell’Ulivo?”.

Feltri conscio della durezza del’attacco Fallaci aveva già avvertito il lettore: “Il lettore forse ricorderà che già nello scorso settembre Il Giornale mise in evidenza l’eccentricità del presidente della Camera rispetto alla linea del partito. A molti il nostro sembrò un attacco all’uomo anzichè alla sua politica. Quasi che il nostro intento fosse di seminare zizzania nel Pdl. Non era e non è così. Non abbiamo la vocazione degli attaccabrighe. Lo dimostra il fatto che qualcun altro ben prima di noi, già nel 2004, rivolse a Fini le stesse critiche nostre e con toni più aspri. Mi riferisco alla regina del giornalismo, Oriana Fallaci”.

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