ROMA – Ferie magistrati. Piercamillo Davigo: “Ce le hanno allungate, dilettanti”. “Pensavano di accorciare le ferie ai magistrati, invece, probabilmente ce le hanno allungate: dilettanti allo sbaraglio…”. Così Piercamillo Davigo, giudice di Cassazione, sulla riforma della giustizia oggi in un intervento all’incontro ‘Riforme contro la Costituzione?’.
Questo perché hanno introdotto un articolo bis per cui le ferie sono di 30 giorni. Però non hanno abrogato il precedente articolo che dice che quei magistrati con funzioni giurisdizionali ne hanno 45. Quindi, solo ai fuori ruolo hanno ridotto le ferie. Nella nuova norma però hanno detto che i giorni devono diventare netti perché finora durante le ferie noi scrivevamo le sentenze.
A questo punto, perciò, se diventano nette io devo smettere di fare udienza 15 giorni prima perché in quei 15 giorni devo scrivere le sentenze. E quando finisco le ferie non posso cominciare subito con le udienze perché devo studiare prima i processi e quindi comincerò 15 giorni dopo. Quindi da 45 i giorni sono diventati 75. Le hanno allungate, dilettanti allo sbaraglio, c’è da avere paura. (dall’intervento di Piercamillo Davigo al convegno Riforme contro la Costituzione? Ansa)
Di fronte alla contestazione e all’accusa di dilettantismo di Piercamillo Davigo, il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha risposto indirettamente ieri mattina su Canale 5. “Noi riteniamo che quella norma abroghi la precedente. Se c’è qualche correzione da fare la faremo: ma, da quanto abbiamo potuto valutare, e per come hanno valutato anche soggetti terzi, la nostra valutazione è quella corretta” ha dichiarato a Maurizio Belpietro che l’intervistava (Mattino 5).
Filippo Facci su Libero nota come su questo tema c’è un legislatore, ma poi c’è chi deve applicare la norma che coincide con il destinatario della norma stessa (i magistrati).
Andrà così? Chissà. Sicuramente Davigo, che ha fama di precisino, ha trasformato in regole generali le sue valutazioni o anche solo le sue abitudini. Cioè: che molti giudici scrivessero le sentenze durante le ferie era una regola non scritta e non codificabile, così come lo è che per scriverle ci vogliano proprio 15 giorni o altrettanti per studiare i processi: tutto ha sempre riposato sulla totale discrezionalità del magistrato – chi lavora sempre, chi praticamente mai, ferie o meno – e dunque trasformare i tabellari di Davigo in scienza numerica pare davvero arduo. (Filippo Facci, Libero Quotidiano)