Fiducia, il nuovo obiettivo è 316. Ma occhio ai possibili “traditori”…

ROMA – L’obiettivo 316 sembra a portata di mano. La maggioranza è alle prese con il voto di fiducia ed è partita la conta. Il “responsabile” Luciano Sardelli ha fatto sapere: “Non voto”. E’ in polemica con la politica “nordista” della Lega. Claudio Scajola non dovrebbe “tradire”, ma alcuni dei suoi stanno meditando di votare contro Berlusconi. E’ il caso di Giustina Mistrello Destro e di Fabio Gava: i due, anzichè votare la sfiducia, hanno deciso di non andare a votare.

In dubbio, secondo Monica Guerzoni del Corriere della Sera, ci sarebbe anche Antonio Milo di Noi Sud (il movimento di Gianfranco Miccichè). Michele Pisacane, di Popolo e Territorio (gli ex responsabili) non avrebbe ancora “sciolto le riserve”. Anche Calogero Mannino dovrebbe confermare il voto contrario che aveva già espresso sul rendiconto di bilancio. Domenico Scilipoti, invece, la fiducia la voterà ma avverte: “Non giuro fedeltà eterna”.

Troppi dubbi per poter raggiungere la tanto sperata “quota 320”. La Guerzoni spiega che nel Pdl si è cominciato a fare i conti con molto più realismo. Infatti, puntualizza, Fabrizio Cicchitto “si accontenta di ragionare attorno alla soglia dei 315”. Ma a seconda delle assenze in Aula potrebbe già essere sufficiente avere 313 voti.

Il problema sarebbe, anche in caso di fiducia raggiunta, poter continuare ad avere una base solida con tanti “mal di pancia”. I più agguerriti sono proprio Sardelli e gli ex responsabili. Le parole di Sardelli sono più che esplicite: “Il re è nudo e qualcuno deve pur dirlo. Non possiamo consegnare il Paese al giustizialismo e all’antipolitica solo perché Bossi deve regolare una partita interna. Il leader della Lega vada a Ponte di Legno e la smetta di offendere il meridione e Roma, la città che gli ha dato onore e prestigio…”.

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Alberto Francavilla