Financial Times al Senato, chi si porta via la copia? Lamberto Dini: "Non io, ma sono l'unico che sa leggerlo" (foto Ansa)
“Si invita il sen. Dini a desistere dal sottrarre il Financial Times alla lettura dei colleghi del Senato”. Questo il bigliettino lasciato sul tavolo dove ogni mattina arrivano appena sfornati i quotidiani nazionali e internazionali che i parlamentari possono sfogliare comodamente senza pagare. Uno dei tanti piccoli privilegi sparsi del Parlamento.
Lamberto Dini, 90 anni compiuti a febbraio, dal 2013 non è più senatore ma come tutti gli ex parlamentari ha ancora libero accesso a Palazzo Madama. Il cartello, lasciato lì in bella vista sul tavolo, ha scatenato gli sghignazzi di giornalisti e parlamentari. Sghignazzi raccolti dal Fatto Quotidiano.
“Credo Dini sia l’unico in tutto il Senato a leggere il Financial Times. Fa curriculum. E si domandi perché nessuno ruba il Fatto Quotidiano!” scherza il leghista Stefano Candiani.
“l presidente Dini – racconta Paola Binetti – lo vedo spesso, non so se l’accusa sia fondata ma non sarebbe il primo. Mi ricordo che anche Adriano Ossicini (compianto ex senatore cattolico e comunista, scomparso nel 2019) veniva qui, si faceva una mazzetta e se la portava a casa. Ma era un signore e poi i giornali li riportava tutti”.
“Quella dei giornali – scherza un non meglio parlamentare del Movimento 5 Stelle citato dal Fatto Quotidiano – non è l’unica passione del presidente Dini… si porta a casa anche le bustine di zucchero dal bar della buvette”.
“Lo vedo tutte le mattine – dice un altro parlamentare al Fatto, questa volta del Partito Democratico – Dini arriva, scrocca la colazione, legge i giornali e ne fotte alcuni”.
“Allora – dice Dini seccato a Tommaso Labate del Corriere della Sera – tanto per cominciare, là dentro il sottoscritto è l’unico che quei giornali li sa leggere”. Parole seccate, quelle di Dini. Parole di chi giura di saperne sempre e comunque più degli altri.
“Là dentro sono l’unico che quei giornali li sa leggere. Dalla A alla Z”.
“Perché parlo di giornali? Perché di norma leggo tutti i giorni anche il New York Times . Inizio a casa con la lettura di Corriere della Sera e la Nazione, il giornale di Firenze. Poi tocca ai due giornali stranieri. Comunque non è che me lo dico da solo, eh? Mi ha chiamato poco fa il dottor Marini, il medico del Senato. Me l’ha detto lui: Lamberto, sei l’unico che qua dentro sa leggere i giornali stranieri”.
“Ovviamente – spiega – non ho mai rubato il Financial Times dalla sala lettura del Senato. Tra l’altro, le copie di quei giornali, che i giorni in cui non ci sono io rimangono intonse, partono per il macero alle cinque di pomeriggio perché la copia archiviata dalla Biblioteca di Palazzo Madama è un’altra, e in sala lettura neanche ci arriva”.
“Io – continua – in Senato vado spesso per la Posta. A quella di fuori c’è la fila, dentro invece di fila non ce n’è. In Senato vado ancora in banca e anche all’agenzia di viaggi”.
Smetterà Dini di andare a leggere il Financial Times al Senato? “Assolutamente no”.