ROMA – I partiti si tagliano i rimborsi ma troppo tardi e troppo poco. Hanno deciso di dimezzare dei rimborsi elettorali, ma non da luglio 2012: il “dimagrimento” dei soldi ai partiti è stato rimandato al 2013, quando si passerà dagli attuali 182 milioni l’anno a 91milioni. Per il momento la rata di luglio sarà solo al 33%.
Niente da fare: dopo un rinvio di quattro giorni e dopo un’estenuante braccio di ferro, la sforbiciata immediata del 50% dei fondi pubblici chiesta dal Pd non è stata accettata dagli altri contendenti della maggioranza di governo. Ma il partito di Bersani pensa di far rientrare la proposta dalla finestra, riproponendola in Aula con un super-emendamento.
Nel provvedimento i contributi pubblici per le spese sostenute da partiti e movimenti politici saranno ridotti a 91 milioni di euro l’anno. Di questi il 70%, cioè 63.700.000 euro sarà corrisposto come rimborso delle spese elettorali e contributo per l’attività politica. Il restante 30%, cioè 27.300.000 sarà erogato a titolo di ”co-finanziamento”. Per quanto riguarda l’ultima rata dei rimborsi, questa, che era già stata ridotta del 10%, dovrà essere ridotta ulteriormente di un ulteriore 33%. ”Il che significa – commenta Calderisi – che invece dei 182 milioni previsti, ne toccheranno ai partiti 122. Ma questa, incalza Bressa, ”è solo una nostra proposta che dovrà essere discussa in Aula”. Anche se il Pd, e su questo presenterà un emendamento in Commissione, vuole portare questa riduzione dei rimborsi al 50%.
La Commissione che controllerà i bilanci dei partiti sarà operativa già dalla prossima tranche elettorale che devono riscuotere i partiti. Non sarà più presieduta né composta dai presidenti delle tre più alte magistrature dello Stato, ma il coordinatore sarà scelto dai presidenti delle Camere e sarà formata da cinque magistrati: uno della Corte di Cassazione; uno del Consiglio di Stato e tre della Corte dei Conti.
Il fondo per il rimborso delle spese elettorali potrà essere erogato solo a quei partiti o movimenti politici che avranno ottenuto almeno un rappresentante eletto. Per quanto riguarda il Senato, il rimborso sarà ripartito su base regionale e quindi sarà suddiviso tra le regioni in proporzione alla rispettiva popolazione.