Fini e Bersani su RaiTre fanno un’audience da Sanremo. L’ira di Maroni contro Saviano

Fini ospite del programma Vieni via con me

Ieri sera quella che è stata presentata come la “puntata-evento” con Fini e Bersani a  ‘Vieni via con me’ ha fatto un boom: 9 milioni e 31 mila telespettatori, con picchi di 10 milioni e 400mila spettatori e il 40% di share. Che per una rete “di nicchia” come Rai Tre significa che la trasmissione è già entrata nella storia della tv.

Nove milioni di telespettatori è una cifra che farebbe gridare al miracolo i dirigenti Rai per una prima puntata di Sanremo. Solo il Festival può far sperare alla tv di Stato numeri di questo genere: la novità è che il record l’ha fatto una trasmissione che nazional-popolare non è, che non ha vallette, ballerini, stacchetti, orchestra, non ha star internazionali e canzoni orecchiabili.

Gli ospiti sì, ma non le star da reality show, “solo” due politici di lungo corso: fino ieri chi poteva sperare di sbancare l’Auditel con Bersani e Fini, neanche fossero Clooney e la Canalis sul palco dell’Ariston? Fazio e Saviano ci sono riusciti: due monologhi, sui 3 minuti ciascuno, per Fini e Bersani. Nessuna domanda, solo due discorsi sui valori della sinistra (per il segretario Pd) e della destra (per il leader di Futuro e Libertà).

Due monologhi che non hanno risparmiato retorica, come è naturale in questi casi: per la sinistra è valore il lavoro, la giustizia sociale. Per la destra è sacra la Patria e l’affermazione di sé nel rispetto degli altri.

Ma più che le parole di Fini e Bersani hanno aiutato l’audience il battage e le polemiche che hanno accompagnato la trasmissione. Anche questa seconda puntata conferma un talento del direttore generale della Rai Mauro Masi: più si dà da fare a mettere i bastoni tra le ruote a un programma, più gli garantisce un sicuro successo.

Ma a fare tanto sono state anche le polemiche politiche, quelle della vigilia e quelle del giorno dopo: Fini è andato in onda il giorno stesso in cui i suoi si sono ritirati dal governo, aprendo di fatto la crisi. Si capisce in questo contesto il commento di Fabrizio Cicchitto, Pdl: “L’invito ristretto a Fini e a Bersani a parlar di destra e di sinistra è una manifestazione di faziosità. A questo punto  non ci resta che rivolgere un interrogativo al presidente della Rai, al suo direttore generale, sulla incredibile unilateralità di questo e di molti altri talk show”.

E non è andata liscia neanche a Saviano, che ha dedicato il suo monologo alla mafia e ai suoi interessi nel ricco Nord. Dura la conclusione: “La Lombardia è la zona d’Europa con il più alto tasso di investimenti mafiosi”. Scontata l’ira della Lega. Il ministro dell’Interno Maroni ha detto: “Come ministro e ancora di più come leghista mi sento offeso e indignato dalle parole infamanti di Roberto Saviano, animate da un evidente pregiudizio contro la Lega”.

Non solo: “Ho chiesto al Cda della Rai il diritto di replica alle incredibili accuse lanciate da Roberto Saviano – continua Maroni-.Vorrei un faccia a faccia con lui per vedere se ha il coraggio di dire quelle cose guardandomi negli occhi”. Lite in diretta Maroni-Saviano per la terza puntata? Bisognerà aspettare la prossima settimana per vedere come e se la Rai cercherà di contenere successo e visibilità al duo Fazio-Saviano. Certo con i numeri di ieri non basterà piazzare Montalbano su RaiUno per togliere audience.

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Elisa D'Alto