Per la casa di Montecarlo di Gianfranco Fini la procura di Roma ha aperto un fascicolo, per ora contro ignoti. Le ipotesi di reato per quella che ora è la dimora del “cognato” del presidente della Camera, Giancarlo Tulliani, sono appropriazione indebita e truffa aggravata.
Secondo quanto scrive il quotidiano “Il Giornale” per la casa monegasca “lasciata in eredità ad An e a Gianfranco Fini da Anna Maria Colleoni”, la questione è arrivata ai magistrati grazie alla denuncia di due uomini della Destra di Francesco Storace: Marco Di Andrea e Roberto Buonasorte.
La questione ruoterebbe intorno alla motivazioni della Colleoni che “prima di morire, aveva infatti deciso di far testamento a favore di Alleanza nazionale nella persona del suo presidente Fini per una scelta di passione ideale, ma in molti – tra cui i due autori della denuncia – hanno trovato che l’impiego che il partito ha fatto di quei beni, a cominciare dalla casa monegasca, svenduta a una società off-shore per una frazione del suo valore, non soddisfino il fine a cui la Colleoni avrebbe inteso vincolare il «dono»”.
Oltre al passaggio nel dossier della casa a Montecarlo c’è da capire anche il ruolo di James Walfenzao: fu lui infatti a firmare il contratto di acquisto della casa da An. L’uomo, scrive il Giornale, sarebbe legato ad Alleanza nazionale “per il tramite dell’Atlantis World Group dell’italiano Francesco Corallo (figlio di Gaetano, già coinvolto in indagini legate ai casinò e ad affari con soggetti vicini al boss catanese Nitto Santapaola)”.
In uno dei ristoranti del casinò Atlantis World di Saint Maarten fece comparsa Gianfranco Fini. Era il 2004 e con lui c’era Amedeo Laboccetta, ex rappresentante della Atlantis World Group per l’Italia e “amico di Corallo”.
Proprio lì vicino, nell’isola di Saint Lucia Printemps e Timara hanno le loro sedi: è un caso che siano le società che poi acquisteranno da Alleanza nazionale la casa “incriminata” per poi affittarla al fratello della compagna di Fini.
Per 7 anni per la casa non viene mostrato particolare interesse. Poi nel 2008, scrive il quotidiano di Feltri, “An la cede per appena 300mila euro a una società creata presumibilmente ad hoc un mesetto prima, la Printemps, il cui amministratore è appunto James Walfenzao. E la Printemps la rivende, tre mesi dopo, con 30mila euro di plusvalenza a una società gemella (stesso capitale sociale, stessa sede sull’isola caraibica di Saint Lucia), la Timara”.