ROMA – Fli? E’ stata gestita male e ora è fallita. E’ il giudizio del politologo Piero Ignazi sul partito di Gianfranco Fini che perde sempre più pezzi e rischia di squagliarsi a pochi giorni da un trionfale congresso fondativo.
Ignazi, intervistato dal Corriere della Sera, spiega: “L’operazione è fallita il 14 dicembre, quando le mozioni di sfiducia al governo sono state bocciate. Come spesso nella sua vita, Fini lì sbagliò il ‘momentum’, perse l’attimo: il voto doveva avvenire almeno un mese prima, quando Fli era sulla cresta dell’onda e Berlusconi era in apnea”.
Secondo Ignazi, Fini doveva dimettersi dalla presidenza della Camera per dare credibilità al progetto Fli: “Fini ha voluto dimostrare di essere super partes. Ma la vera questione è che a Bastia Umbra, inizio di novembre, Fini si sarebbe dovuto dimettere, offrire la sua carriera a disposizione del progetto. Mettendo tutto il suo peso avrebbe creato una frana nel Pdl. Al contrario, tutti hanno pensato: se non ci crede nemmeno lui fino in fondo..”. Ignazi sottolinea che finora da Fli sono mancate parole forti, “l’indicazione di due-tre obiettivi che la caratterizzassero”.
Il futuro? Fini potrebbe essere risucchiato “nella visione centrista e proporzionalista di Casini”. La sua caratteristica? “Il galleggiamento. Evita di prendere decisioni definitive”.
