Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha detto nella giornata di lunedì che la “maggioranza di governo non si forma nelle aule del Parlamento, ma esce dalle urne elettorali”. Sempre lunedì Bossi si era detto pronto ad andare alle votazioni anticipate se ce ne fosse stata la necessità.
Parlando a pochi giorni dalla sentenza della Consulta sul lodo Alfano, la legge che garantisce a Silvio Berlusconi l’immunità dai suoi processi penali finché sarà premier, Fini è intervenuto indirettamente nel dibattito sull’ipotetica caduta dell’attuale governo, nel caso di una pronuncia di incostituzionalità della legge.
“In Italia abbiamo in qualche modo l’elezione diretta del capo del governo attraverso la legge elettorale e il sistema bipolare che si è creato”, ha detto Fini parlando agli studenti di Scienze politiche dell’Università Federico II di Napoli.
“Oggi nessuno dice che la maggioranza nasce nelle aule del Parlamento, oggi le maggioranze escono dalle urne. Non a caso gli elettori che hanno votato nelle ultime politiche hanno trovato sulla scheda il nome del candidato premier”, ha spiegato Fini.
Il presidente della Camera, rispondendo alle domande degli studenti è intervenuto anche sulle riforme e sulla questione del ricorso alla fiducia nei lavori parlamentari. “Intervenire con colpi di maggioranza è lecito – ha detto Fini -, non sempre opportuno, perchè si crea un clima di divisione”.
“Nel passato, soprattutto con governi a maggioranza variegata – continua Fini -, il ricorso alla fiducia serviva a garantire che la maggioranza non avesse comportamenti difformi dal governo”. Tuttavia, per la terza carica dello Stato, la fiducia “la si presenta anche per avere tempi certi nell’approvazione delle leggi, dato che la sfida della politica moderna è quella di una democrazia che deve essere rappresentativa e al tempo stesso decidere”.