Fini tace, ma a Mirabello il partito c’è già

Gianfranco Fini

Mentre tutto il mondo politico spacca il capello in quattro sul se e sul come Gianfranco Fini domenica a Mirabello annuncerà la nascita del suo nuovo partito, le truppe finiane sono in marcia verso il paesino emiliano dove l’ex leader di An chiuderà la Festa Tricolore e, comunque sia, aprirà una nuova fase politica.

I circoli di Generazione Italia stanno organizzando spedizioni in massa da Puglia, Lombardia, Campania, Sicilia, Toscana e diverse altre regioni. I militanti arriveranno con pullman, macchine, traghetti dalle isole, voli charter. Un’onda ‘futurista’ stimata intorno alle 10 mila persone, con tanto di striscioni e gadget, che insieme ai deputati e senatori dei gruppi Fli, ai circoli di Azione Nazionale, ai pensatoi di FareFuturo e Ffwebmagazine e al giornale ‘Il Secolo’ fa dire a qualcuno che il partito esiste, c’è già.

E’ lì nei fatti e nella campagna ferrarese dove Fini giocava da piccolo, dove trentacinque anni fa Giorgio Almirante lo indicò suo successore, dove negli anni a venire prima il Msi, poi An, infine (per molto poco) il Pdl hanno celebrato le Feste Tricolori in un clima da sagra di paese, tra tortelli alla zucca e salama da sugo.

Intanto Silvio Berlusconi se ne è andato ad Arcore, non senza aver dichiarato chiusi i giochi, finiti gli spazi di mediazione con il co-fondatore del Pdl, riaddossando a Fini la responsabilità della rottura. Ed il giornale di famiglia, nel battage mediatico che da settimane vede Vittorio Feltri intento a demolire la figura di Fini, non tralascia ancora oggi di menare fendenti e riportare integralmente il documento votato dall’ufficio politico per spiegare le ragioni della ‘incompatibilità’ dell’ex leader di An con il Pdl.

Dal canto suo Gianfranco Fini – mentre tra i suoi c’è chi esclude in modo categorico che annuncerà un nuovo partito e chi assicura che girerà intorno alla questione tanto da indicare ”tempi e modi” del battesimo – domani tornerà sulla scena politica in quel di Labro, dove è riunito l’Api di Francesco Rutelli. Una visita descritta come di pura cortesia istituzionale, ma che in realtà viene vista nel Pdl anche come un segnale di apertura del Presidente della Camera verso tutto ciò che si muove nella scena politica come alternativa ad un Berlusconi monocratico.

Una circostanza che fa dire al presidente del Pd Rosy Bindi, che ”se Berlusconi cerca la prova di forza con il voto anticipato e se ci sarà un attacco alla Costituzione, noi chiederemo a tutti di difendere la Costituzione e la democrazia”. A tutti, quindi anche a Fini.

Stoppa subito l’ipotesi Italo Bocchino, capogruppo dei deputati Fli: ”Non ci sono ragioni per elezioni anticipate e non ci sono ragioni politiche e culturali per alleanze di Futuro e libertà con la sinistra. Noi siamo politicamente e culturalmente ancorati al centrodestra”. Dice anche, Bocchino, che è un ”falso problema” quello della riunione dei probiviri, confermata giusto ieri dal Cavaliere, per dar corso alla espulsione sua, di Briguglio e Granata.

”Il discorso di Fini farà chiarezza”, assicura. Ed il viceministro Adolfo Urso aggiunge che, se verrà confermata la incompatibilità di Fini con il Pdl ”nessuno dei cosiddetti imputati si presenterà ai probiviri, perché noi non pensiamo che il Popolo delle libertà, il partito della libertà,si possa trasformare in un teatrino giudiziario che processa le idee”, ha detto a Pescara il viceministro allo Sviluppo Economico, Adolfo Urso, a proposito della vicenda riguardante i probiviri.

”Le idee, ha aggiunto Urso, si confrontano, ci si ascolta reciprocamente. Fanno arricchire il dibattito. Sono il sale della democrazia. Il collegio dei probiviri è un organo vecchio di partiti ideologici che non appartengono più all’epoca moderna”.

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Maria Elena Perrero