Oggi pubblica infatti degli estratti del libro Mussolini segreto, di Mauro Suttora (Rizzoli), da cui emerge che anche il Duce si prodigò per la famiglia della sua amante. Nel 1937 raccomandò il fratello Marcello evitandogli il carcere: “Farò il tuo amante e il suo ministro”, le dice. Ordinò al quotidiano il Messaggero di far scrivere il “suocero”: “Tuo padre è contento degli articoli?”, chiede a Claretta. “Dopo dieci di questi lo faccio collaborare fisso. Poi lo farò senatore, sei contenta?”.
Ma le analogie non finiscono qui. Mussolini si occupò anche della costruzione di una villa sulla Camilluccia, a Roma, per tutta la famiglia Petacci. Il 16 luglio 1938, il Duce chiese a Claretta: “Dimmi, tua madre ha fatto tutto il pagamento? Bene, così ora sei proprietaria. Bisogna fare il mutuo, non per me ma per la gente, capisci?”. E il 20 dicembre del 1938 – conclude il settimanale – di nuovo un pensiero per il “cognato”: “Che fa il nostro? Hai ragione, a un certo momento bisogna sistemare un uomo, ormai ha trent’anni. Domani me ne interesserò, ora lo segno”.