ROMA – ”Andiamo oltre. E’ risibile”. Così il presidente della Camera, Gianfranco Fini replica a Silvio Berlusconi che lo aveva accusato di aver stretto un patto con l’Anm per far naufragare le riforme sulla giustizia. Il leader di Fli – nel corso della registrazione di Otto e Mezzo de La7 – ha quindi invitato la conduttrice, Lilli Gruber, a sollecitare una risposta in questo senso allo stesso premier: ”Se viene qui – ha detto – glielo chieda così lo so anche io…”.
”Non credo che mi dimetterò perché non c’è nessun conflitto”, continua Gianfranco Fini, stavolta ospite di Bruno Vespa nel corso della registrazione di Porta a Porta. ”La terzietà del presidente della Camera – ha aggiunto Fini – va valutata come guida di Montecitorio quando rappresenta le istituzioni. Del resto – ha concluso – non voglio uno scontro con Berlusconi ma vorrei che si ragionasse”.
Su un conflitto d’attribuzione come quello che potrebbe essere sollevato sul caso Ruby ”non ci sono precedenti. Sarà una decisione presa alla luce dei regolamenti. Sarà valutata dall’Ufficio di presidenza e dalla giunta per il regolamento. Non ci sarà nessun conflitto istituzionale tra il mio ruolo di presidenza della camera e il mio ruolo politico” ha continuato Fini.
”E’ insopportabile una concezione della autorizzazione a procedere che garantisca impunità ”, ha detto il presidente della Camera che si dice favorevole a discutere della reintroduzione della immunità parlamentare e propone: ”stabiliamo che ci vuole una maggioranza di due terzi” per respingere l’autorizzazione. ”Oggi comunque Bossi, che è il vero leader della maggioranza, dice che di immunità nemmeno a parlarne”.
Fini parla anche della necessità di una riforma elettorale:  ”Silvio Berlusconi non può fare le liste con il metodo Minetti. La sua candidatura è avvenuta per ragioni che non avevano nulla a che vedere con il merito della politica”.