Fini a Repubblica: serve un patto di salvezza nazionale

Gianfranco Fini ha dato una lunga intervista al quotidiano La Repubblica, raccolta da Claudio Tito, in cui sostiene che l’Italia è sul punto dell'”asfissia” e ha bisogno di “convergenze tra maggioranza e opposizione”. Una proposta da sottoporre a “tutti, non solo al governo”: al Pdl, alla lega e al Pd. Aggiunge Fini che le elezioni ora sarebbero “una prospettiva rischiosissima”.

L’analisi di Fini parte dal 14 dicembre, data rispetto alla quale “la situazione non è tanto cambiata”.

Alla domanda se quella sia ancora una ferita aperta, risponde: “Ho preso atto di una sconfitta politica”. Aggiunge: “Nel voto del 14 c’è sicuramente la conferma che Berlusconi gode della maggioranza al Senato e alla Camera. Ciò che oggi si può fare seriamente è avanzare proposte per il prossimo futuro. Io vorrei iniziare l’anno con un auspicio: spero che nei prossimi mesi si compia un salto di qualità complessivo nel dibattito e nell’azione politica. E questo deve riguardare le forze della maggioranza e quelle dell’opposizione”.

Tito passa la palla: pensa a una sorta di patto di salvezza nazionale? E la risposta, anche se contorta e fumosa come è di solito il filosofeggiare di Fini, è abbastanza chiara: “Faccio notare che la ripresa economica è lontana. La metafora di Tremonti è stata felice: un videogame in cui se uccidi il mostro, ne compare subito un altro. Noi non riusciamo a innestare la marcia. E questo determina una sfiducia complessiva, non solo nel governo. Molti degli interventi del capo dello Stato – che io condivido e con il quale c’è sempre stata sintonia – hanno sottolineato proprio questo aspetto”.

Ancora: “O la politica, complessivamente, comprende che stiamo affrontando un tornante difficilissimo oppure i fossati si acuiranno”.

Obiezione, anzi contestazione: lei e Fli siete usciti dal governo per questo, ora cosa pensate di fare?

“Se si condivide questo approccio di sano realismo, allora ci possono essere convergenze per le forze di maggioranza e opposizione. Le opposizioni non si possono riparare dietro la logica del tanto peggio, tanto meglio. Sarebbe una logica sfascista. Così come per la maggioranza la logica dell'”andiamo avanti, non c’è alternativa””.

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Marco Benedetto