Il presidente della provincia di Savona, Angelo Vaccarezza, è indagato, insieme ad altri esponenti del suo comitato elettorale per falso in concorso. Secondo l’accusa infatti, nelle firme per la presentazione della candidatura di Vaccarella, poi eletto con il Pdl, ci sarebbero almeno 300 falsi.
L’iscrizione nel registro degli indagati è stata resa nota dallo stesso Vaccarezza con una lettera inviata alla Giunta provinciale, ai consiglieri di maggioranza di palazzo Nervi, oltre ai coordinatori regionali e provinciali dei partiti della coalizione. Nella lettera Vaccarezza spiega di essere stato convocato a palazzo di giustizia per l’interrogatorio in veste di indagato nell’inchiesta della procura.
«La cosa mi stupisce – ha detto Vaccarezza – ma nulla modifica né nella serenità con cui ormai da qualche mese affronto il mio lavoro, né nell’impegno».
Oltre al presidente risulta indagato Angelo Barbero, l’uomo che avrebbe autenticato le firme e numerosi esponenti politici vicini a Vaccarezza.
In un primo momento l’attenzione degli investigatori si è incentrata sulla sua segretaria, Fiammetta Cogliolo, sentita prima come persona sui fatti e poi indagata. Prima di Vaccarezza era toccato anche all’ex coordinatore Bruno Robello De Filippis e il vice presidente del consiglio provinciale Gianfranco Sasso ricevere l’avviso di garanzia, oltre ad Angelo Barbero, Alessandra Barberis, Guido Lugani, Roberto Schneck, Cosetta La Mantia e Marco Paniccia.
L’ipotesi che contesta la procura è di falso e di violazione alla legge elettorale per aver usato della documentazione falsa, pur essendo a conoscenza del fatto.
