
ROMA – La defezione di Andrea Ronchi, ex ministro delle politiche comunitarie, sarebbe la più clamorosa. Mentre Fli continuava a perdere pezzi, martedƬ a Montecitorio era un viavai tra l’Aula e l’ufficio del presidente della Camera. E’ in quelle ore che si materializzava lo spettro più temuto: Ronchi, che ha rinunciato a un incarico di governo per seguire Fini, fino a ieri considerato un fedelissimo, sarebbe in bilico.
I fedelissimi di Fini raccontano che il leader di Fli ha alternato rabbia a rassegnazione. I “falchi” gli direbbero che “Berlusconi ha promesso a Ronchi di riportarlo nel governo”. In effetti la poltrona del ministero per le politiche comunitarie ĆØ rimasta vuota dalle dimissioni di Ronchi, nel settembre scorso.
L’ex ministro però non ha gradito il gossip: ”La voce che mi andrei a riprendere il posto da ministro? Proprio no. Provo disgusto per coloro che mettono in giro queste menzogne, questi veleni”. Intervistato dal Corriere della Sera, il futurista smentisce quindi di essere a un passo dal ritorno nel Pdl e al ministero.
”Provo un profondo fastidio per quelli che ragionano cosƬ, con la logica che resti in un partito o lo lasci solo pensando alla tua schifosissima poltroncina”, afferma Ronchi. ”Io non sono cosƬ”. ”Il punto – spiega il deputato – non ĆØ se il sottoscritto sta dentro o fuori Fli. Il punto politico, si sarebbe detto una volta, ĆØ la linea di Fli”.
Nelle stesse ore Fli perdeva il gruppo al Senato: numero minimo per costituirne uno autonomo al Senato, dieci onorevoli. Tra le varie defezioni a Fini ne sono rimasti 6, che ora dovrebbero passare a un gruppo con Udc e Api, un gruppo del Terzo Polo, quindi. Tra i fuoriusciti, l’ex tesoriere di An Francesco Pontone dovrebbe approdare al Pdl, Menardi sarebbe vicino al gruppo dei Responsabili, Saia sarebbe combattuto tra queste due opzioni mentre Viespoli potrebbe dar vita a una succursale di Forza Sud.
