Dare alle autorità di regolamentazione il mandato di “monitorare” i rischi del sistema “non basta”: occorre concedere loro “strumenti migliori” per combattere tali rischi. E’ quanto sostiene il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) nei capitoli analitici del Global Financial Stability Report, sottolineando che “é necessario considerare metodi più diretti per affrontare i rischi sistemici” come l’istituzione di un sistema per ponderare il capitale al rischio, l’applicazione di tasse in base a quanto un’istituzione contribuisce a un rischio sistemico, la limitazione della dimensione di alcune attività.
La recente crisi finanziaria ha portato – spiega il Fondo Monetario – a ripensare il modo in cui devono essere regolamentate le cosiddette interconnessioni del sistema, ovvero la possibilità che problemi in un’istituzione finanziaria possano negativamente influire sulle altre. “Un importante elemento mancante” per una migliore supervisione dei rischi è l’analisi degli incentivi delle stesse autorità, inclusa la tolleranza” regolatoria.
“Le autorità – rende noto l’Ansa citando il Fondo – hanno spesso incentivi nel mantenere in vita un’istituzione anche quando insolvente perché chiudere istituzioni che sono sotto il proprio controllo non piace. E questo perché in molti casi, se si concede a un’istituzione del tempo, questa può tornare a camminare sulle sue stesse gambe. Quindi in assenza di metodi concreti per limitare formalmente l’importanza sistemica di un’istituzione finanziaria, i regolatori potrebbero essere più indulgenti con le istituzioni sistematicamente importanti rispetto a quelle che non lo sono”.
“Non necessariamente appoggiando l’introduzione” di un sistema di ponderazione di capitale al rischio, il Fmi analizza due tipi di approccio in questo senso, ovvero un approccio standard, in cui le autorità attribuiscono un rating a un’istituzione in base all’importanza sistemica e in seguito fissano il supplemento di capitale necessario in base al rating; o un approccio basato sul bilancio dei rischi in cui il capitale supplementare necessario è fissato alla luce delle probabilità che un’istituzione ha di andare incontro a rischi e al suo contributo al rischio sistemico in quanto tale. Istituire un sistema di ponderazione del capitale per le istituzioni più rischiose “elimina la prociclicità di eventuali esigenze di maggiori fondi propri”, aggiunge il Fondo, osservando che è necessario tenere conto dei legami transfrontalieri fra gli istituti nel determinare i capitali supplementari necessari.