ROMA, 17 AGO – Altro che manovra e tagli, per recuperare i soldi che servono allo Stato, Roberto Formigoni propone di “vendere Rai e Poste”. Il governatore della Lombardia è stato intervistato dal Corriere della Sera e da Repubblica. Formigoni si è spinto oltre e ha indicato persino un potenziale acquirente: il magnate australiano Rupert Murdoch.
Secondo il presidente della Regione Lombardia “liberarci di asset pubblici, trasformare in realtà la nostra idea di fondo che è meno Stato e più società, questo vuol dire rispettare l’identità del nostro partito. Oggi una Rai pubblica non ha più senso: messa sul mercato è un’azienda che troverebbe acquirenti al volo —faccio un nome a caso, Murdoch— e che potrebbe rendere tra i 4 e i 5 miliardi di euro. Vedo solo vantaggi: via il canone, stop alle polemiche con i Santoro e i Floris….”
Formigoni ha poi strigliato il proprio partito: ”La casa brucia e non c’e’ tempo da perdere” ma ”nella composizione si puo’ e si deve fare meglio”. Il governatore ha voluto mandare ”un segnale forte” al Pdl affinche’, pur ritenendo la manovra ”indispensabile”, non perda ”la propria identita”’ per aver scelto ”una strada lontanissima dalla ragione politica del partito”.
Per Formigoni le tasse e i tagli ai trasferimenti potrebbero portare ”i nostri elettori a dire che la sinistra avrebbe fatto lo stesso”. Cioe’, spiega, abbiamo proposto, avendolo sempre negato, di ”mettere le mani nelle tasce degli italiani”, tagliando a regioni e comuni mantenendo la ”mano leggera sullo Stato. Ovvero da predicatori del federalismo ”ci stiamo comportando come un partito centralista”.
Della questione, il governatore rivela di averne parlato sia a Silvio Berlusconi che ad Angelino Alfano, ha ”annunciato emendamenti” e chiesto, prima del 22 agosto (giorno in cui iniziera’ l’esame della manovra al Senato) una ”riunione del Pdl per ragionare insieme su come cambiare i contenuti”.
Quanto all’aver definito il federalismo come morto, Formigoni fa notare che ”Calderoli non ha trovato le parole” per contestarlo.