ROMA – L’avviso è arrivato via lettera. Forza Italia manda a casa tutti i suoi 81 dipendenti. Licenziamenti dovuti a un motivo economico: non ci sono soldi in cassa. E neppure la cassa integrazione per il 50% dei dipendenti è riuscita a salvare la situazione.
Ad annunciare il tutto è stata il tesoriere del partito Mariarosaria Rossi in una lettera inviata a tutti gli eletti e iscritti di Forza Italia e pubblicata nell’home page del sito del partito. “Cari amici, con profondo rammarico vi comunico di essere stata costretta a dare avvio alla procedura di licenziamento collettivo dei nostri dipendenti, notificandola al Ministero del Lavoro e alle Rappresentanze Sindacali”.
“Questa decisione – si legge nella lettera – è diretta conseguenza del D. legge 149/2013 convertito in legge del 21 febbraio 2014 n. 13, che ha abolito il finanziamento pubblico ai partiti ed ha, (art. 10), posto un tetto di 100.000 euro per persona al finanziamento da parte dei privati. Tutti sanno che Forza Italia, nata nel 1994, è diventata il primo Partito italiano grazie al suo fondatore e presidente Silvio Berlusconi che, oltre ad esserne la guida, si è fatto carico personalmente della sua sostenibilità economica e finanziaria. La vita politica di Forza Italia naturalmente continua, perché faremo di necessità virtù. Rilanceremo il nostro Movimento che deve diventare flessibile, modulabile e quindi sostenibile. Daremo vita ad un utilizzo innovativo ed efficace di tutti i mezzi di comunicazione e per le funzioni organizzative ci avvarremo dell’aiuto volontario di tutti voi, dell’impegno generoso di tanti militanti e dei gruppi parlamentari”.
“Coinvolgeremo – scrive ancora Rossi – anche quei milioni di cittadini che continuano e continueranno a credere nei nostri programmi e nei nostri valori di democrazia e di libertà. È grande, naturalmente, l’afflizione di dover licenziare i nostri leali e qualificati collaboratori. Abbiamo provato di tutto in questi ultimi dodici mesi per evitarlo. Inutilmente, parchè l’apertura della procedura di licenziamento si è posta come atto dovuto. Potrà essere modificata in futuro soltanto e se, con la collaborazione delle organizzazioni sindacali, si dovessero trovare soluzioni alternative oggi non ipotizzabili”.