ROMA – Non pagano le quote al partito da mesi, alcuni addirittura da anni. E Silvio Berlusconi fa partire le lettere di richiamo ai morosi di Forza Italia, quelli che si attardano a versare il loro contributo mensile al partito di 800 euro. In alcuni casi le somme arretrate ammontano a 50 mila euro. E molti devono ancora versare i 25 mila dovuti all’atto dell’elezione. Le lettere sono firmate da Sandro Bondi, in qualità di amministratore nazionale e commissario straordinario in Forza Italia.
Col finanziamento pubblico in via di abolizione e Berlusconi non più disposto a mettere mano al proprio portafoglio, le casse piangono. E i Club tanto cari al Cavaliere, senza le adeguate risorse, faticano ad organizzarsi sul territorio. Bisogna batter cassa: ecco allora che partono le prime “cartelle forzitalia”. Se i morosi non ottempereranno ai pagamenti dovuti, scatteranno i primi provvedimenti, fino ad arrivare all’esclusione da ogni prossima candidatura.
Le missive recapitate sarebbero di tre tipi. La maggior parte evidenziano solo alcune irregolarità:
“Caro amica/o – si legge nella lettera – dalla verifica che abbiamo effettuato sulla base dei versamenti previsti per ogni parlamentare (tenendo conto del contributo per l’ultima campagna elettorale, del contributo mensile e dell’iscrizione a Forza Italia per l’anno 2014), risulta che il credito nei Tuoi confronti da parte del nostro movimento ammonta ad Euro…
Come sai bene, la nuova legge sul finanziamento pubblico dei partiti e il dovere morale che noi tutti abbiamo di contribuire alle spese del nostro Movimento, impongono di adempiere scrupolosamente a questi impegni, sia pur minimi, che abbiamo assunto. Ti prego perciò di voler provvedere al più presto al saldo residuo dei Tuoi versamenti”.
In altre, invece, Bondi calca la mano chiedendo gli arretrati addirittura risalenti alla scorsa legislatura. Pena, la denuncia al collegio dei probivori e l’esclusione da future candidature. Ma mantenere il pugno duro sarà impresa ardua, specie in assenza di un’organizzazione di vertice: Berlusconi non ha mai nominato un ufficio di presidenza come promesso e lo stesso Verdini, seppure conservi un ruolo centralissimo, non ha mai ricevuto un incarico formale.
La mossa ha fatto storcere parecchi nasi, un senatore denuncia: “Gli ammanchi vanno oltre il milione di euro”, e tra gli inadempienti ci sarebbero anche berlusconiani della prima ora che non hanno mai sborsato un euro, eppure sono stati candidati.