
Presidente della Repubblica, tre emiliani in corsa per il 2022 (Nella foto Ansa, Dario Franceschini)

ROMA – “Renzi? Oggi è un grosso problema”. Così Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali e capodelegazione del Pd nel Governo, ha risposto alla sua omologa tedesca Michelle Müntefering, durante un breve scambio di battute in inglese intercettato dai giornalisti e dalla telecamere alla Triennale di Milano, dove i due avranno questa mattina un bilaterale. “What’s Renzi doing now?” ha chiesto la ministra tedesca a Franceschini, il quale ha risposto: “Today it’s a big problem”.
Renzi nel post in cui annuncia la fine della sua storia nel Pd prova a sotterrare l’ascia di guerra: “Voi la chiamate scissione, io la chiamo novità. E non mi sentirete mai parlare male di Zingaretti o Orlando o Franceschini”. Ma è proprio Franceschini a segnalare l’azzardo morale della scissione renziana, ricorrendo a un paragone storico grave e impegnativo.
“Nel 21-22 il fascismo cresceva sempre più. Popolari, socialisti e liberali avevano la maggioranza in Parlamento, fecero nascere i governi Bonomi, Facta 1, Facta 2. La litigiosità e le divisioni li resero deboli sino a farli cadere facendo trionfare Mussolini. La storia dovrebbe insegnare, ha scritto su Twitter il ministro per i Beni culturali. (fonte Twitter)
