“Fiorito ai pm: ‘Polverini sapeva, sistema per spartire fondi’”. Poi smentisce

Franco Fiorito

ROMA – I giornali scrivono che Franco Fiorito, durante l’interrogatorio davanti ai pm di Roma, avrebbe sostenuto che ”la presidente della Regione Renata Polverini non poteva non sapere “dell’accordo di ripartizione dei fondi assegnati ai gruppi dall’ufficio di presidenza poiché si trattava di una decisione di cui la giunta prendeva atto”.

Un accordo di ripartizione dei fondi tra tutti i gruppi del consiglio regionale in funzione della loro consistenza politica che, avrebbe detto Fiorito, “prevedeva l’assegnazione di 100 mila euro l’anno a ciascun consigliere per finalità politiche ed un accordo all’interno del Pdl che raddoppiava o triplicava tale assegnazione a seconda degli incarichi ricoperti”.

Fiorito, per effetto della somma delle cariche ovvero capogruppo del Pdl e presidente della Commissione Bilancio, gestiva, avrebbe detto agli inquirenti durante l’interrogatorio, 300 mila euro l’anno. Parlando della gestione del denaro a lui ”spettante” Fiorito, avrebbe detto che le sue spese sono state tutte rendicontate e che avrebbe utilizzato dei bonifici bancari proprio perché le sue spese fossero tracciabili.

Gli stessi numeri li ha confessati a Bruno Vespa nel corso della trasmissione Porta a Porta: “E’ vergognoso – ha detto – che noi utilizziamo somme del genere. Ma dire che ho rubato è una falsità assoluta”. “Ma voi prendete uno stipendio superiore al presidente della Repubblica?” Domanda meravigliato Bruno Vespa. ”Sì – risponde Fiorito – purtroppo è così”. ”Ogni anno avevo a disposizione 300 mila euro in quanto capogruppo e presidente di commissione – sottolinea Fiorito – sento di aver molti più soldi di altre persone. Questo è ingiusto in questo momento critico per il paese”.

Poi racconta del suo interrogatorio fiume coi pm: “Ho consegnato ai magistrati sei milioni di euro in ricevute, non solo mie ma di tutto il gruppo”. ”Riusciremo a dimostrare che abbiamo gestito una mole ingente di denaro ma secondo quanto previsto dalla legge – spiega Fiorito – abbiamo fornito gran parte delle giustificazioni contabili e legali. Nello stipendio parlamentare regionale sono compresi 4 mila 190 euro per ogni consigliere come rimborso per i rapporti fra eletto ed elettore. Non ho mai usato una lira per fini personali”.

Fiorito durante la trasmissione attacca il suo successore, il dimissionario Francesco Battistoni che definisce ”persona bieca e in malafede”. ”Io sono stato indagato perché il mio successore è andato in banca ed ha scoperto bonifici all’estero – sottolinea – e ha chiesto all’istituto di segnalare questi movimenti. Parte tutto da qui, da questa piccola vendetta politica”.

Ma lui smentisce, sottolineando:  “Non ho detto che Renata Polverini non poteva non sapere. Non esiste alcun sistema e ho rendicontato tutto. Non mi piace essere paragonato a Luigi Lusi e non ho paura di andare in carcere perché non c’è motivo di finirci”.

Il suo avvocato invece promette “sviluppi clamorosi”. ”E’ una vicenda che può portare a sviluppi clamorosi e a colpi di scena inimmaginabili – dice l’avvocato Enrico Pavia – Fiorito è provato ma allo stesso tempo è determinato nella richiesta di approfondimenti delle posizioni di altri consiglieri regionali”.

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Emiliano Condò