Franco Fiorito rischia aumento di pena. Ha promesso di restituire i soldi, poi..

Franco Fiorito

ROMA – Franco Fiorito ci “prova”, cerca di tenersi una parte dei soldi che aveva promesso di restituire alla Corte dei Conti e come tutto risultato rischia di incappare in un aumento di pena.

L’ex capogruppo del Pdl in Regione Lazio, dimessosi dopo l’arresto e la successiva inchiesta per peculato, e poi condannato in primo grado a 3 anni e 4 mesi causa una “manovra” del suo avvocato Carlo Taormina, infatti, ora rischia grosso sia sul piano della pena sia su quello del portafogli.

Il perché è presto detto. Dopo l’arresto Taormina e Fiorito, avvalendosi della legge che garantisce un robusto sconto di pena a chi restituisce il maltolto in modo integrale e prima della sentenza si era accordato con la Corte dei Conti per la restituzione di 1 milione e 90mila euro. Altri 500mila, invece, l’ex capogruppo li aveva tenuti in quanto “legittimamente” percepiti.

A quel punto, dopo l’accordo, è arrivata la condanna in misura ridotta. Là il colpo di scena: Taormina relativamente alla restituzione ha fatto ricorso per “difetto di giurisdizione”. Secondo l’avvocato della questione deve occuparsi la giustizia ordinaria e non quella amministrativa.

Immediata la contromossa del procuratore contabile che ha chiesto 20 giorni di tempo per riesaminare quanto dovuto da Fiorito. Insomma, nel computo del maltolto, rischiano di entrare anche i 500mila euro esclusi inizialmente. E anche sul piano penale l’ex capogruppo rischia di più: il pm ha ricorso in Appello e chiede di rivedere le attenuanti perché restituzione non c’è stata. La parola, ora, passa ai giudici.

 

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Emiliano Condò