ROMA – Uno dei contatti più frequenti di Luigi Bisignani sarebbe stato il ministro degli esteri Franco Frattini. Con l’uomo d’affari si sfogava, a lui raccontava, stando a quanto pubblica il Corriere della Sera, le sue paure e le ansie sulla tenuta del governo.
A Bisignani dice di «senatori comprati per farli fare ministro», cerca consigli su come «tenere botta». Dalle intercettazioni, scrivono Fulvio Bufi e Fiorenza Sarzanini, sarebbero anche confermati i movimenti del ministro delle “Pari Opportunità Mara Carfagna per passare con il partito del sud di Gianfranco Miccichè”.
«Gli ex An ci mandano nel baratro»: così parloò Frattini per esempio in una telefonata del 5 agosto scorso, in piena tensione Berlusconi-Fini e nel mezzo degli attacchi sulla casa di Montecarlo del presidente della Camera.
Frattini: Oggi ho fatto, ancora una volta sono andato a questo gruppo qui a questo minivertice dove oggi il nostro era sul dialogante.
Bisignani: Ah, meno male
Frattini: Dice: ma insomma non possiamo sparare sempre questa cosa delle elezioni, il governo deve andare avanti, ha incoraggiato anche me… Sai, dice: tu che hai questa immagine devi dirle queste cose, non possiamo fare che sfasciamo tutto, hai capito?
Bisignani: Poi lui ha diciassette su quale spera molto, ma mi preoccupa molto devo dirti la verità… questi “inco” di diciassette da nuovi, quelli mi preoccupano molto
Frattini: Beh, ma se tu guardi la copia di Panorama che esce stasera o domattina… ci stanno sette pagine sull’appartamento di Montecarlo… c’è un’intervistona a Gaucci che dice praticamente
Bisignani: L’ho vista, l’ho vista
Frattini: Ah l’hai già vista?… però voglio dire, in questa fase, per dire, oggi ha incontrato Ronchi, ora sta incontrando Viespoli… oggi era nella… perché evidentemente sai anche Gianni gli ha detto: beh insomma non possiamo ogni giorno, perché la paura fa novanta… Sai ci vuole niente sull’onda della paura, quei due, tre senatori che ti passano di qua e ti fanno il governo tecnico perché alla Camera i numeri ci sarebbero in teoria
Bisignani: Certo, al Senato Frattini: Al Senato no, però se si prendono e si comprano quattro, cinque senatori, sei senatori proponendogli posti di sottosegretario e ministro questi si spostano
Bisignani: E certo
Frattini: piuttosto che andare a casa fanno il ministro
Bisignani: Non c’è dubbio, non c’è dubbio
Frattini: Quindi su questa cosa è una tattica sbagliata, noi abbiamo stipato Daran degli ex An
Bisignani: Cose da pazzi
Frattini: Per salvare la loro pelle ci mandano tutti nel baratro
Bisignani: E fare le vendette che loro non sono riusciti a fare… perché questa è la verità
Frattini: Sì, sì questa cosa, Luigi, lui l’ha chiara oggi, ieri meno, oggi sì, domani chissà… comunque nessuno dubita più il fatto che lui proponga nella sua testa come tre coordinatori Alfano, Gelmini e Meloni, vuol dire che ovviamente noi ci siamo… l’ha detto a tutti, quindi questo fatto che Schifani mi chiama tutti i giorni, quindi come dire abbiamo tenuto botta quando occorreva…
Bisignani: Poi ho visto quella cosa sulle Fondazioni Europee Frattini: Oggi ho dato a Berlusconi un primo schema di statuto, lui mi ha detto di farla con Alfano e Meloni…
Le prime avvisagli di una certa confidenza tra Frattini e Bisignani sarebbero emerse nell’aprile del 2010 quando Luca Simoni, ex direttore generale della Cassa di Risparmio dell’Etruria e poi di San Marino, avrebbe cercato di rintracciare Bisignani e «riferisce che ha appena terminato un incontro con il ministro degli Esteri e hanno ipotizzato una colazione presso lo studio/appartamento privato presso il ministero degli Esteri e insieme al dottore… Simoni precisa che per la colazione devono decidere se invitare una quarta persona».
Poi, ricostruisce ancora il Corriere della sera tramite i brogliacci della segreteria che «Simoni contatta Rita e comunica che ha sentito il dottor Bisignani ma stava correndo in Santa Sede e non hanno fissato un appuntamento e chiede di incontrarlo oggi nel pomeriggio o domani».
Simoni richiama ancora: «Chiede se il dottore giovedì o venerdì ha libera l’agenda per una colazione con Vittorio Casale. Si aggiorneranno a dopo. Simoni ricorda che prima di incontrare Frattini deve parlare con Bisignani».
Poi c’è un altro elemento in questa storia: chi informa Bisignani su quanto avviene al Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria di palazzo Chigi sarebbe il capo Elisa Grande.
Ecco quanto scrivono gli investigatori: «Grande informa costantemente Bisignani circa l’esito di talune attività svolte nell’esercizio delle sue funzioni istituzionali quali, ad esempio, una riunione presieduta dal sottosegretario Gianni Letta alla quale hanno partecipato il ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola e il vice Paolo Romano (probabilmente Romani, ndr), il sottosegretario Paolo Bonaiuti, l’amministratore delegato di Poste Italiane Massimo Sarmi oltre alla Fnsi. Il 9 aprile lei riferisce: «Il tavolo è andato bene perché quando ho visto che lui nicchiava sono andata da Gianni che devo dire m’ha fatto dei complimenti… mo’ se va via da Carbone… lui l’ha chiamato prima insieme a Scajola e insieme a Paolo… Paolo non era tanto sul pezzo… è terrorizzato da Tremonti comunque se l’è chiamato e gli ha detto… ma io però dirò che è disponibile al tavolo… alla fine abbiamo capito tutti che Tremonti vuol far fallire il tavolo però Letta è stato bravissimo ieri, l’ha condotto in modo, mi ha chiamato l’angelo custode dell’editoria… Malinconico cioè pure lui si sta facendo baipassare da tutti gli editori grossi che stanno andando a fare accordi direttamente alle Poste… adesso si stanno facendo i lavori tecnici…».
Poi annotano: «Elisa afferma che è stata anche contattata dall’opposizione perché vuole partecipare “ai tavoli” in quanto l’opposizione ritiene che “non solo avete tolto i soldi ma mo’ risolvete pure il problema senza soldi” ed aggiunge che per questo motivo tutti stanno gufando… Bisignani la interrompe e gli chiede di Romani. Elisa risponde che “Romani era nero”».