Una cena alla Fondazione Farefuturo per salutare la nascita dei gruppi parlamentari di “Futuro e Libertà per l’Italia” alla Camera e al Senato. L’ha convocata Gianfranco Fini per domani sera alle 20,30, anche per valutare il da farsi sul primo vero banco di prova dopo la rottura con Berlusconi, il voto sulla mozione di sfiducia al sottosegretario Giacomo Caliendo.
L’orientamento, dopo la decisione della capigruppo di Montecitorio di calendarizzare la mozione di sfiducia della minoranza per Caliendo per mercoledì, è quello di andare verso una soluzione ‘soft’: non votare di certo con il governo ma neppure creare incidenti o favorire scenari che potrebbero precipitare verso la crisi di governo.
Nessuna decisione è stata ancora presa e certamente la cena di domani sarà occasione di una approfondita valutazione. Ipotesi accreditata, al momento è quella di un documento di censura meno duro di quello delle opposizioni, ma non sono escluse l’astensione o addirittura l’uscita in massa dall’Aula delle truppe finiane. “Faremo una bella cosa”, assicurano da ‘Fli’. Dopo la nascita del gruppo ‘Fli’ oggi al Senato, nella sede della Fondazione a via del Seminario si ragionerà anche sui nomi dei nuovi capigruppo.
E’ possibile che la decisione non sia presa prima di settembre, per cercare una soluzione che non scontenti nessuno, lasciando il timone in mano ai ‘reggenti’ Giorgio Conte, a Montecitorio, e Mario Baldassarri al Senato. Sarà Fini ad indirizzare la scelta, anche se si procederà attraverso il voto. I nomi più accreditati al momento sono quelli di Italo Bocchino (che ha la ‘forza’ di Generazione Italia) ma non sono esclusi Roberto Menia o Silvano Moffa, se dovesse passare nel gruppo una scelta di maggiore moderazione. Se dovesse avere la meglio Bocchino a Montecitorio, al Senato potrebbe essere la volta di Pasquale Viespoli, che come Menia e Moffa si è speso per il dialogo.