Si è riempita Piazza Farnese, in pieno centro di Roma: tanti, rigorosamente senza bandiere di partito come richiesto dagli organizzatori, ad aver risposto all’appello della rivista Micromega contro il ddl sul testamento biologico in discussione al Senato.
Emblematico lo slogan, che campeggia sopra il palco: «Sì al testamento biologico, no alla tortura di Stato», seguito dalla frase: «Sì al rispetto della Costituzione, no alla dittatura oscurantista».
«La vita appartiene a noi – sintetizza il direttore di Micromega Paolo Flores d’Arcais – non al governo nè alla Chiesa. Noi siamo per la libera scelta, c’è chi vorrà che gli le siano staccate le macchine come Welby, e chi no. In ogni caso è mostruoso che decida una maggioranza».
Se la legge passerà nel testo attuale, che vieta lo stop di alimentazione e idratazione forzate, i promotori sono pronti al referendum: «Ne va della nostra vita».
«Il centrodestra – aggiunge Pancho Pardi dell’IdV – dice di essere il partito della vita perchè vuole impedire a un paziente di esprimere le sue volontà, e chiamano noi partito della morte. Ma siamo noi a tutelare la vita, la volontà del paziente e il libero intendimento di tutti i cittadini».
Nel corso della manifestazione diversi interventi dal palco, tra cui Don Giovanni Franzoni, Dacia Maraini e Livia Ravera, e successivamente un collegamento telefonico con Beppino Englaro. All’iniziativa hanno aderito Idv, Rifondazione comunista, Sinistra democratica e Partito Radicale.
LG