Caos immigrati. Gli 007 italiani: “Gheddafi non rispetta i patti, ha fatto passare migliaia di clandestini”

ROMA – Per i servizi segreti italiani ci sarebbe l’ombra di Gheddafi dietro l’ondata di sbarchi che ha mandato in tilt il sistema di controlli dell’immigrazione clandestina nella “frontiera Mediterraneo”. Lo scrive Carlo Bonini su Repubblica.

Seguendo le ricostruzioni dell’Aisi, il servizio di spionaggio militare, riportate da Bonini, la Libia avrebbe preferito tacere rispetto ai flussi migratori, quelli che si muovevano dal deserto libico verso i confini della Tunisia. Avrebbe lasciato passare alla frontiera migliaia di clandestini per evitare che l’effetto delle rivolte di piazza di Tunisi e del Cairo si ripercuotesse su Tripoli, senza rispettare dunque i patti con Roma.

Durante la riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, il direttore dell’Aisi, Giorgio Piccirillo, ricostruisce Bonini, avrebbe illustrato al ministro dell’Interno Roberto Maroni le connessioni tra la crisi e le scelte della Libia, quella con cui l’Italia ha siglato un patto di amicizia da 4 miliardi di euro di investimenti.

“Le informazioni che abbiamo raccolto ci dicono che il movimento di immigrazione clandestina dalla Tunisia è cominciato in modo spontaneo e polverizzato”, avrebbe detto Piccirillo.

Ci sarebbe quindi lo spettro del contrabbando, la cui organizzazione “è passata nella mani di organizzazioni di trafficanti, particolarmente competitive perché legate a filiere logistiche marocchine, nigeriane e libiche”. E la “finestra tunisina” è apparsa “un’opportunità politica per il regime di Tripoli”, anche e soprattutto in chiave di “regolatore sociale ad uso interno”. Secondo i servizi, “il confine libico-tunisino è stato attraversato da flussi migratori provenienti dalla Libia, costituiti in parte da evasi dalle carceri locali”.

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