ROMA – Gianfranco Fini e Fausto Bertinotti uniti per la conservazione dei propri uffici in Parlamento. In quanto ex presidenti della Camera, i due hanno diritto a lussuose stanze e un auto blu a disposizione per 10 anni dopo la fine della legislatura. Ma alla richiesta di rinunciare agli onorevoli privilegi entrambi si sottraggono, dando vita a un’inedita convergenza. Il primo ha tagliato corto: “Mi attengo alla legge”. Il secondo con la stessa giustificazione ha negato la propria disponibilità a liberare l’ufficio.
A mettere insieme la strana coppia è il Giornale dei Berlusconi, che racconta come i due sembrino determinati a non mollare poltrona e scrivania nel prestigioso palazzo Theodoli in piazza del Parlamento. Sollecitati dal vicepresidente della Camera, il grillino Luigi Di Maio, che a sua volta sta facendo pressioni sulla neo-presidente Laura Boldrini per accelerare le sforbiciate, hanno detto no.
Diversamente hanno agito gli altri “aventi diritto” Luciano Violante e Pierferdinando Casini che, maligna il Giornale, “in fondo una comoda poltrona in Senato ce l’hanno ancora”. Entrambi comunque hanno dato l’ok al trasloco anticipato.